Manovra, tensioni nel governo. Tremonti: “No taglio ma rimodulazione tasse”

di Redazione

 ROMA. La manovra economica si avvia al rush finale. In un vertice a Palazzo Grazioli, governo e maggioranza fanno il punto in vista del varo di giovedì in Consiglio dei ministri.

E Silvio Berlusconi prova così ad allontanare lo spettro delle tensioni nate in seno all’esecutivo. L’entita complessiva del provvedimento messo a punto dal ministro Giulio Tremonti sarà di 47 miliardi: 2 per il 2011, 5 per il 2012 e 20 rispettivamente per il 2013 e 2014. Le tasse non saranno tagliate, ma “rimodulate”, ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini al termine dell’incontro. Quanto al clima del vertice, il titolare della Farnesina si è detto molto soddisfatto.

Nessuna polemica, dunque, e nessun processo al ministro dell’Economia (dopo le voci di dimissioni circolate e poi smentite dal diretto interessato). Tremonti, convinto di aver messo a punto “una manovra seria e responsabile”, “ha recepito la richiesta di collegialità tra i ministri nelle decisioni”, ha riferito sempre Frattini. Fonti di governo hanno parlato poi di un Berlusconi soddisfatto dell’intesa che si respirava durante l’incontro. Il Cavaliere ha invitato i suoi a comunicare anche all’esterno l’unità dell’esecutivo e a marciare compatti. DSiamo a un momento di svolta, è la convinzione di Berlusconi, viste le riforme strutturali che la maggioranza ha intenzione di portare avanti, in primis quella fiscale.

La linea del presidente del Consiglio è chiara: nessun rinvio della manovra. E altrettanto lo è l’avvertimento del leader della Lega Umberto Bossi: il governo resta a rischio fino a quando non passa il provvedimento. “Siamo riusciti – ha detto il numero uno della Lega – a ottenere la modifica del Patto di stabilità per i comuni virtuosi”. Al termine del vertice, Bossi non sembrava comunque particolarmente entusiasta. “Come è andata?”, gli hanno chiesto i giornalisti. Ottenendo come risposta un eloquente gesto della mano, come a dire “così così”.

A gettare acqua sul fuoco ci pensa comunque Angelino Alfano: la Lega, ha voluto precisare il Guardasigilli e segretario del Pdl, è stata costruttiva e ha ribadito il suo sostegno alla manovra e alla coalizione. “Tremonti ha illustrato con dovizia di particolari i contenuti” della manovra, ha raccontato anche Alfano, “e si è riaffermato nel convincimento che questa è una maggioranza che sosterrà la manovra”. Il segretario politico del Pdl ha assicurato poi che nella manovra non ci saranno misure drastiche. “Si annunciano tagli draconiani e massicci interventi sulle pensioni. Tutte cose che sono infondate e non sono vere” ha spiegato.

L’OPPOSIZIONE. La manovra pensata da Tremonti non soddisfa comunque l’opposizione. “Siamo alla farsa drammatica”. Se la scaglionatura in vista del pareggio di bilancio concentrerà il grosso sul biennio 2013-2014, “è una presa in giro colossale per l’Italia”, dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. “La maggioranza è in panne, litiga, attacca Tremonti e non sa che pesci prendere; per farla ha bisogno di una coalizione alternativa che si concentri sulle scelte fondamentali per il Paese”, è l’opinione del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. “Non è tempo di giochi o di dimissioni” gli fa eco Luca Cordero di Montezemolo, definendo “folle e irresponsabile”, il “balletto” tra le diverse anime del governo. “Esamineremo voce per voce la manovra di Tremonti e alla fine diremo un sì o un no” ha promesso invece il leader Idv Antonio Di Pietro, commentando le prime indiscrezioni sulla bozza della manovra, mentre il Pd parla di provvedimento “irrealistico”. Il Terzo Polo ha fatto sapere che darà il suo sostegno alle misure antideficit, ma a condizione che siano “credibili ed efficaci”.

ALLARME BANCHE E CORTE DEI CONTI. Sulla delicata questione della manovra e della sua messa a punto pesa anche l’allarme banche lanciato dal Financial Times. “Il maggior rischio alla stabilità finanziaria dell’Italia è lo stato precario del suo settore finanziario” si legge su una Lex Column del quotidiano economico, secondo cui, le banche del nostro Paese pagano anche “propri difetti strutturali”. Allarme anche dalla Corte dei Conti, che parla di manovra “gravosa” e avverte: la riduzione della spesa è ai limiti della sostenibilità, bisogna contenere la spesa ma non con tagli lineari, servono tagli selettivi.

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