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Giustizia, tre ‘No’ dei finiani a Berlusconi
ROMA. Sulla riforma della giustizia Futuro e Libertà fissa i paletti. I finiani, per bocca di Giulia Bongiorno, aprono infatti alla separazione delle carriere e del Csm ma fanno sapere, al termine del vertice dei capigruppo e dei coordinatori con il presidente della Camera, di non condividere tre punti della bozza proposta dal Pdl.
Tre i “no” di Fli: alle nuove funzioni alla composizione a maggioranza laica del Csm, ai nuovi poteri conferiti al ministro della Giustizia e alla nuova collocazione della polizia giudiziaria non più alle dirette dipendenze della magistratura. Malgrado lo stop dei finiani, il ministro della Giustizia Angelino Alfano appare comunque ottimista. “Mi pare che la strada principale sia spianata. Occorre ora lavorare sui viali collaterali” ha detto il Guardasigilli. Il primo giudizio dato da Fli sui contenuti delle bozze? “Non male” è il commento del ministro. “L’impianto della riforma è condiviso perchè l’impianto è carriere separate di giudici e pm e due Csm”.
“Ho illustrato ai vertici di Futuro e Libertà lo stato attuale della riforma della giustizia, secondo le bozze che ho avuto modo di esaminare fino ad ora. Ovviamente – ha precisato la Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera – si tratta di bozze provvisorie. Alcuni principi erano noti, già enunciati e li riteniamo condivisibili coem la separazione delle carriere e del Csm”. “Tuttavia – ha precisato la consulente giuridica di Futuro e Libertà – sono stati introdotti nuovi principi su cui dobbiamo dare un giudizio molto preciso e cioè che non li possiamo condividere. Si tratta in particolare delle nuove funzioni della composizione a maggioranza laica del Csm. Dei nuovi poteri conferiti al ministro della Giustizia. Della nuova collocazione della polizia giudiziaria non più alle dirette dipendenze della magistratura”. La Bongiorno ha sottolineato più volte che “questo giudizio si basa a tutt’oggi su testi provvisori”.
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