Dopo 35 anni Merenda lascia il Partito Comunista

di Redazione

 SAN MARCO EVANGELISTA. “Quando mi sono iscritto al Partito comunista (nella Fgci, ndr.) avevo solo 14 anni, ora dopo 35 anni di fedele appartenenza agli ideali comunisti ho lasciato il partito perché profondamente deluso, non dagli ideali ma dagli uomini”.

Così Giuseppe Merenda, ex segretario cittadino e membro della segreteria provinciale dei Comunisti Italiani, ha motivato la sua totale estraneità all’attuale gestione del partito in provincia di Caserta. Già consigliere provinciale nel 1996, Merenda, insieme allo storico sindaco Michele Di Maio, ha rappresentato per decenni l’essere comunista a San Marco Evangelista. “Anche se ho lasciato il partito insieme a Francesco Nigro ed altri duecento dirigenti dei comunisti italiani prima delle elezioni, sono stato uno di coloro che ha profondamente lavorato per far cadere l’ex sindaco di centrodestra. Eppure oggi che la città ha una guida di centrosinistra non mi sembra che le cose siano molto cambiate. Lungi da me qualsiasi intenzione di far polemica con l’attuale sindaco Gabriele Zitiello, ma vorrei domandargli: cosa serve far sapere alla gente che il comune ha raggiunto il 60 per cento nella raccolta differenziata (il che dovrebbe consentire un notevole risparmio sui costi) se poi la Tarsu viene aumentata del 25 per cento? – si chiede amareggiato Merenda – Io, ad esempio, ho avuto un aumento di 50 euro sulla bollette di casa ed un aumento di ben 125 euro su quella dell’ufficio. In politica – ricorda Merenda – bisogna essere coerenti. Non servono solo proclami ma servono fatti. A proposito dell’addetto stampa, che è stato il primo atto che ha fatto questo esecutivo, vorrei ricordare a Gabriele Zitiello che il centrosinistra fece una battaglia feroce contro l’ex sindaco di destra, perché ritenevano e ritengo, tuttora, che erano soldi che una cittadina di poco più di 5.000 abitanti, poteva risparmiarsi. Se mi permetto di fare delle semplici osservazioni – ha aggiunto Merenda – ciò mi deriva dalla mia lunga militanza con gli ideali del comunismo. La mia più grande soddisfazione sarebbe stata quella di vedere unite sotto una sola bandiera tutte le forze di sinistra, invece, così non è stato. Vedi l’esempio di Rifondazione a San Marco. Da quando sono entrati in giunta, la locale sezione ha sempre la saracinesca chiusa. È finito il dialogo con la gente, si sono chiusi nella loro torre d’avorio e hanno dimenticato che il comunismo è tutta un’altra cosa. La gente deve sapere che non è tutto oro quello che riluce. Ad esempio, l’ICI è aumentata dello 0,5, mentre sembra che, forse, aumenterà anche l’acqua. Nella passata consiliatura abbiamo combattuto per far uscire il comune dall’Unione dei comuni Calatia, invece si continua ad esservi dentro, spendendo ogni anno circa 90.000 euro. Dov’è – si chiede Merenda – la tanto annunciata discontinuità con il passato della destra illiberale della passata consiliatura?”.

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