La visita di Bush in Italia

di Antonio Taglialatela

Prodi e BushROMA. Alle 22.35 di venerdì l’aereo presidenziale americano, l’Air Force One, con a bordo George W. Bush, è atterrato sulla pista dell’aeroporto romano di Fiumicino. E’ cominciata così la due giorni romana del presidente Usa, che poi si snoderà tra incontri e contestazioni.

L'arrivo di Bush a Roma con la moglie Laura Ad attenderlo una città blindata e imponenti misure di sicurezza. Subito dopo l’atterraggio, un corteo composto da una quarantina di auto si è diretto a Villa Taverna, la residenza dell’ambasciatore Usa Ronald Spogli, dove la coppia presidenziale ha trascorso la notte. Da premettere che la giornata di venerdì per Bush era iniziata con un imprevisto. Impegnato nel vertice del G8 in Germania, il presidente Usa non si era infatti presentato all’apertura dei lavori. Colpa di un’infezione gastrointestinale che lo aveva costretto a rimanere nella sua camera alcune ore più del previsto. Subito dopo era intervenuto un portavoce della Casa Bianca per spegnere sul nascere le fibrillazioni sulla possibilità che il presidente americano potesse annullare le visite in Polonia (poche ore nel pomeriggio) ed in Italia. Dopo la conclusione del vertice Bush volava a Danzica, nel nord della Polonia, per una breve visita di tre ore, nel corso della quale incontrava il suo omologo Lech Kaczynski per discutere del progetto di scudo antimissili. “Arriveremo a un accordo onesto che porterà a un rafforzamento della sicurezza della Polonia”, diceva Bush al termine del colloquio. Mentre il presidente polacco chiariva di avere convenuto che “non c’è alcuno scopo aggressivo legato allo scudo spaziale” e che si trattava esclusivamente di un sistema di difesa. Poi il volo verso Roma dove Bush, come dicevamo, è atterrato poco dopo le 22.30.

Bush da NapolitanoSotto un sole estivo, la mattinata romana del 9 giugno per Bush è iniziata pochi minuti dopo le 9, quando si è aperto il cancello di Villa Taverna da dove sono uscite le due limousine con a bordo il presidente e la ‘first lady’ Laura, scortate da un imponente corteo e apparato di sicurezza. La prima visita è stata dal presidente Giorgio Napolitano, durata 50 minuti (cinque in più del previsto), nel corso della quale si è parlato, tra l’altro, del ruolo di Nato e Ue. Napolitano ha, in particolare, sottolineato che l’Italia si considera un interlocutore che può avere un ruolo particolare nelle relazioni transatlantiche, in quanto protagonista testimone sia della fondazione della stessa Alleanza, sia della costruzione europea. Il Capo dello Stato ha inoltre confermato l’impegno di Roma nelle missioni internazionali decise in ambito multilaterale che devono essere non solo militari, ma anche politiche e diplomatiche. Bush, da parte sua, ha riconosciuto che sulla missione in Libano l’Italia ha avuto un ruolo trainante, contribuendo ad un approccio unitario in seno all’Ue.

Bush dal PalaPoi, verso le 11, tappa in Vaticano da Papa Benedetto XVI. Il colloquio è stato privato, i giornalisti hanno potuto restare nella stanza solo pochi minuti per cogliere qualche frase tra i due. Bush ha parlato del vertice G8 chiuso ieri in Germania, definendolo “un successo”. Ratzinger ha ricordato la grande iniziativa a proposito degli aiuti all’Africa e per la lotta all’Aids. Qualche ora dopo, attraverso una nota, il Vaticano ha riferito che nei colloqui tra Bush, il Papa e il segretario di Stato Tarcisio Bertone, “sono passati in rassegna – i principali temi di politica internazionale, soffermandosi in particolare, per quanto riguarda il Medio Oriente, sulla questione israelo-palestinese, sul Libano, sulla preoccupante situazione in Iraq e sulle critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane. Da parte della Santa Sede si è auspicata una soluzione ‘regionale’ e ‘negoziata’ dei conflitti e delle crisi che travagliano la regione”. Nelle conversazioni “si è dedicata attenzione all’Africa e al suo sviluppo, con riferimento anche al Darfur, non mancando uno scambio di opinioni sull’America Latina”. Il comunicato vaticano informa che “vi è stato, infine, un esame delle questioni morali e religiose odierne, tra cui quelle relative ai diritti umani e alla libertà religiosa, la difesa e la promozione della vita, il matrimonio e la famiglia, l’educazione delle nuove generazioni, lo sviluppo sostenibile”.

il C’è stato anche un momento di uno scambio di regali. Il Papa ha donato al presidente americano una stampa che raffigura la basilica di San Pietro nel diciassettesimo secolo e le medaglie del pontificato. Bush ha ricambiato con un bastone bianco su cui sono incisi i dieci comandamenti in diversi colori. Si tratta dell’opera di un artigiano texana, un ex “homeless”. Tra i doni presidenziali anche un grande volume rilegato. Un appuntamento in cui Bush non ha mancato qualche gaffe, forse dettata dall’emozione e dalla “rigidità” dell’incontro. Sia perché si è limitato a chiamare “sir” (signore) il Papa, invece di “His Holiness” o “Holy Father” (sua santità, santo padre); sia perché, arrivato davanti a Ratzinger, nella Sala del Tronetto, gli ha stretto calorosamente la mano ma senza chinarsi a baciare l’anello, come da protocollo.

l'incontro di Bush con la Comunità Sant'EgidioUscito dal Vaticano, mentre si dirigeva all’ambasciata Usa, giunto all’altezza di Largo Poli, Bush ha dovuto fare i conti anche con un’improvvisa avaria al motore della sua limousine, che lo ha costretto a cambiare vettura, perdendo circa un minuto e mezzo sulla tabella di marcia. Poi un altro fuoriprogramma: giunta all’ambasciata, l’auto del presidente non riusciva ad entrare nel cancello d’ingresso di via Lucullo, perché troppo grande, e si è dovuta fermare. Bush, quindi, è sceso a piedi, è entrato in ambasciata ed ha incontrato gli esponenti della Comunità di Sant’Egidio per 40 minuti. Un incontro che doveva avvenire nella sede centrale del sodalizio, a Trastevere, poi spostato nell’ambasciata americana per motivi di sicurezza. I temi affrontati: la guerra in Africa e la grave situazione umanitaria che la contraddistingue. “La guerra è la madre di tutte le povertà”, ha detto il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi al presidente americano. “Bush ha ascoltato, ma non ha commentato”, ha poi riferito il presidente Impagliazzo. Si è parlato in modo particolare di lotta all’Aids, alla malaria ed alla tubercolosi: gravi flagelli che mietono ogni giorno centinaia di vittime nel martoriato continente africano. “Flagelli da combattere – secondo il presidente Bush – attraverso una presenza umanitaria come quella portata in Africa dalla Comunità di Sant’Egidio”. Bush ha ricordato di aver proposto lo stanziamento di 30 miliardi di dollari per contrastare l’Aids nei prossimi cinque anni, ma anche che “questi sforzi non sono efficaci quanto dovrebbero se sul campo non ci fossero persone come voi, che siete un esercito internazionale della compassione”.

Bush si incammina con Prodi verso Palazzo ChigiE quindi è stata la volta della visita a Palazzo Chigi. Bush è stato accolto dal premier Romano Prodi in Piazza Colonna con una stretta di mano sotto i flash di un ristretto numero di fotografi. I due hanno ricevuto, in una Piazza blindatissima, gli onori militari per poi incamminarsi verso Palazzo Chigi, dove ha avuto luogo il colloquio alla presenza del ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, del sottosegretario della presidenza del consiglio, Enrico Letta, del consigliere diplomatico di Prodi, Stefano Sannino, dell’ambasciatore italiano a Washington Gianni Castellaneta, e, da parte Usa, tra gli altri, del numero due del Dipartimento di Stato, John Negroponte. Prima di rientrare a Palazzo Chigi, Prodi e Bush si sono fermati davanti al palco allestito per i fotografi, sorridendo ai flash. Poi presidente e premier sono andati a pranzo.

Prima di iniziare i colloqui i due presidenti si sono scambiati dei regali: un set di cravatte firmate Ferragamo per Bush ed un atlante del National Geographic per Prodi. Scambio di doni anche tra le due first lady a Villa Pamphili: la signora Laura Bush ha ricevuto da Flavia Prodi una borsa di Tod’s, ricambiando a sua volta con una scatolina contenente un rosario di Tiffany.

Bush e il ministro degli Esteri Massimo D'AlemaIl presidente Bush ha ringraziato l’Italia per l’impegno in crisi come il Libano e l’Afghanistan, ha definito “una esperienza commovente” il suo primo incontro col Papa Benedetto XVI, ribadendo la solidità e la profondità dei rapporti tra Stati Uniti ed Italia. In una conferenza stampa seguita al colloquio a Palazzo Chigi tra il presidente Usa e il presidente del consiglio Prodi, l’inquilino della Casa Bianca ha ringraziato l’Italia per il contributo alla causa della pace e della libertà su numerosi fronti, citando in particolare il Libano e l’Afghanistan. Per quanto riguarda il Kosovo, Bush ha ringraziato Prodi “per i nostri colloqui su questo argomento: è una parte del mondo che lei conosce bene” e ha tenuto a sottolineato che il premier italiano ha dato un “notevole contributo quando ne abbiamo discusso al G8 e anche oggi”. Il presidente americano ha aggiunto che sulla questione del Kosovo “il tempo è ormai scaduto” e che ora occorre una risoluzione dell’Onu. “C’é bisogno di una risoluzione dell’Onu, ne ho parlato anche con Putin ma ora bisogna agire – ha detto – capisco le preoccupazioni dei serbi, Romano ha ragione, bisogna dare ai serbi qualcosa in cambio. Potrebbe essere l’adesione alla Ue ma su questo punto non sta a me esprimere un parere”, ha affermato Bush. Poi, in riferimento alla visita al Papa, Bush ha riferito che il pontefice ha espresso la sua preoccupazione sulla situazione dei cristiani in Iraq che temono di essere maltratti dagli islamici. “Ma non si è parlato solo di guerra – ha detto il presidente americano – abbiamo parlato anche di problemi umanitari. Il nostro obiettivo é debellare la malaria in tutta l’Africa e sfamare gli affamati”. Rispondendo ad una domanda, Bush ha detto che sarà ben lieto di ospitare Prodi negli Stati Uniti non appena i rispettivi impegni lo consentiranno. “L’Italia fa parte della nostra cultura. Il primo ministro Prodi è il benvenuto”. Circa i suoi rapporti con Prodi e Berlusconi, Bush ha detto di essere ottimo amico di entrambi. “Con Berlusconi ci conosciamo da tempo e anche con Romano. E’ un onore avere l’amicizia di due leader così importanti”.

l'arrivo all'ambasciata americana di Silvio BerlusconiBush, com’era stato annunciato, ha incontrato l’amico Silvio Berlusconi, l’ex premier considerato da Washington alleato affidabile nel contesto Occidentale, più che un alleato, tessitore di rapporti, politiche, strategie internazionali. Si sono visti, per un caffè, nella sede dell’ambasciata americana dopo l’incontro a Palazzo Chigi. Il leader di Forza Italia è uscito da Villa Taverna alle 17.45, un’ora dopo l’arrivo. Con Berlusconi c’era anche il portavoce azzurro Paolo Bonaiuti. “Ho avuto un incontro con il presidente Bush, che è stato molto cordiale, direi affettuoso”, ha commentato Berlusconi.

scontri tra manifestanti Come dicevamo all’inizio, la giornata ha visto delle proteste contro il presidente americano e la sua politica. Un corteo dai toni duri, ma pacifico, ha presenziato corso Vittorio Emanuele, composto da sinistra radicale, Cobas, centri sociali, Carc e dal partito di Marco Ferrando (ex Prc). La tensione è salita quando meno di un centinaio di autonomi a volto coperto con passamontagna e caschi ha iniziato un fitto lancio di bottiglie e petardi contro la polizia. Le forze dell’ordine hanno contenuto questo nuovo spezzone del corteo cercando di fermarli tra Campo de’ Fiori e piazza Navona. Alla testa del nuovo corteo è apparso lo striscione “Stop Bush – con chi resiste – block G8”. È stato fatto un lancio di lacrimogeni. Alcuni poliziotti sono rimasti feriti, come anche una giornalista di Raiuno, ustionata da un petardo, mentre dei manifestanti sono stati fermati.

Dopo un’altra notte a Villa Taverna, stamani i coniugi Bush hanno lasciato l’Italia per proseguire il tour europeo che li porterà in Albania e poi in Bulgaria, ultime due tappe.

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