Datagate, Europarlamento condanna spionaggio Usa e apre indagine

di Redazione

 BRUXELLES. Il Parlamento europeo “condanna fermamente lo spionaggio” su ambasciate e istituzioni Ue perché, se confermato, sarebbe “una grave violazione della Convenzione di Vienna”.

L’Europarlamento chiede poi a Stati Uniti e Regno Unito di dare “immediate spiegazioni”, incarica due commissioni parlamentari di indagare, ma non chiede il rinvio del negoziato per l’accordo di libero scambio. In compenso chiede fermezza sulla protezione dati. È il senso della risoluzione sul Datagate approvata oggi dalla plenaria dell’aula di Strasburgo.

Il presidente americano Barack Obama intanto ha parlato ieri al telefono con la cancelliera tedesca Angela Merkel della sorveglianza elettronica condotta dalla National Security Agency Usa, e le ha assicurato: “Gli Stati Uniti prendono seriamente le preoccupazioni degli alleati e partner europei”. Obama e Merkel, riferisce la Casa Bianca, “hanno ribadito il loro forte sostegno per l’avvio dei negoziati per un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea”.

Obama e Merkel, riferisce sempre la Casa Bianca, “hanno riaffermato l’importanza di una stretta cooperazione tra i servizi di intelligence” dei loro Paesi “nella lotta al terrorismo” e hanno concordato di tenere incontri ad alto livello tra Usa e Germania nei prossimi giorni “per discutere la questione più nei dettagli”. Obama e Merkel hanno inoltre parlato dell’ imminente “avvio del dialogo tra gli Stati Uniti e l’Unione europea e i Paesi membri della Ue sulla raccolta e supervisione (di informazioni) di intelligence e questioni relative alla privacy e protezione dei dati”.

“Dagli Usa non sono ancora arrivati i chiarimenti promessi in nessuna delle capitali europee”sul Datagate, ha detto invece il ministro degli esteri, Emma Bonino, rispondendo a una domanda sull’incontro avuto ieri con l’ambasciatore americano a cui ha “ribadito la necessità e determinazione ad aver al piùpresto tutte le chiarificazioni”.

Intanto, da lunedì 8 luglio a venerdì 12, a Washington, si terrà il primo round di negoziati per l’accordo di libero scambio tra Ue e Usa. È quanto confermano fonti Ue vicino ai negoziati, ricordando che il datagate non rientra nei negoziati su cui è invece stato deciso un gruppo di lavoro con i servizi della commissaria Ue Viviane Reding.

Anche la Francia dispone di un “dispositivo di spionaggio su ampia scala delle telecomunicazioni”, simile al sistema Prism americano, gestito dalla Direzione generale della sicurezza esterna (Dgse). Lo rivela il sito del quotidiano francese Le Monde. Secondo il giornale l’intelligence francese “raccoglie sistematicamente i segnali elettromagnetici emessi da computer e telefoni” nel Paese, e i flussi da e verso l’estero. Il sistema non si occupa tanto del contenuto dei messaggi, ma del “contenitore”: i cosiddetti metadati, che indicano identità e collocazione geografica di mittente e destinatario e altri elementi tecnici. “L’obiettivo è sapere chi parla a chi per ricostituire i legami tra gli obiettivi, identificare delle cellule”, metodo considerato “prezioso per lottare contro il terrorismo”. Tutti i metadati così raccolti sono “compressi e stoccati a Parigi, su tre livelli, nel seminterrato della sede della Dgse, che dispone di un supercomputer capace di gestire decine di milioni di gigabyte”.

Il problema però, dice ancora Le Monde, è che il sistema è “del tutto clandestino”, o meglio “a-legale”, nel senso che la legge francese vieta le intercettazioni del contenuto dei messaggi, ma “non prevede niente sullo stoccaggio sistematico dei dati tecnici da parte dei servizi segreti”. “Da anni siamo nell’autorizzazione virtuale”, spiega al quotidiano una fonte dei servizi francesi, sottolineando come la situazione sia mantenuta perchè tutte le agenzie dell’intelligence e della sicurezza nazionale “se ne servono con soddisfazione”.

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