Docenti precari, manifestazione in via Ceccano

di Redazione

 CASERTA. Avrà inizio mercoledì, alle 10, la protesta dei docenti precari in via Ceccano, che in questi giorni ha sensibilizzato l’opinione pubblica del territorio più colpito dai tagli al personale scolastico.

In due anni, infatti, nella scuola pubblica italiana si sono persi 68000 posti di lavoro a tempo indeterminato. Il Ministero ha annunciato che 10000 saranno gli assunti di quest’anno, ma quasi tutti al Nord e quasi esclusivamente sul sostegno. Ma 12000 sono i docenti di ruolo che per effetto delle “riforme” si sono trovati soprannumerari e che andranno ad occupare i posti vacanti prima disponibili per i precari. Il blocco del turn over e l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni determineranno la fine delle assunzioni almeno fino al 2015. Solo per il 2010-11 la Campania perde quasi 4000 posti di lavoro e Caserta e Napoli sono le province più colpite dai tagli, pur avendo un’altissima popolazione scolastica.

La protesta dei precari di Caserta nasce dal bisogno di combattere per la difesa dei posti di lavoro e della scuola pubblica soprattutto lì dove la scuola rappresenta l’unico baluardo della legalità minacciata tutti i giorni dalla criminalità organizzata. Per questo nei giorni scorsi è stato inviato un appello a Roberto Saviano, che con Gomorra ha fatto conoscere il modo in cui si fa leva il sistema camorristico tra i giovani che vivono al confine tra legalità e crimine, affinché possa aiutare i precari a farsi sentire.

La parola e il coraggio non mancano a questi docenti, che hanno già raccolto adesioni da parte del sindacato di base (Usb-scuola e Cobas) e di varie associazioni ed enti(Associazione culturale “Domenico Cimarosa” di Aversa, Associazione Libera-Comitato don Peppe Diana, Tribunale dei diritti del malato, Cittadinanzattiva, Federazione della sinistra, Circolo Prc di Aversa).

Anche i genitori di molti studenti si sono mostrati solidali con i precari, perché sia rafforzata e non smantellata la scuola pubblica, l’unica scuola capace di far crescere ed emancipare tutto il Paese, se messa in grado di funzionare. In tanti anni, invece, la politica non ha fatto altro che abbassare il livello della qualità dell’istruzione, diminuendo il rapporto insegnante-alunni, senza preoccuparsi di rendere sovraffollate le classi. Una politica scadente pensa una cultura scadente e una scuola scadente, quindi, i precari di Caserta vogliono che la loro protesta parta dal basso e non sia raggiunta dalla retorica.

L’impegno è per una lotta che sembra solo appena cominciata e che coinvolge gli studenti degli istituti scolastici e delle università del territorio. Davanti alla bara funebre della scuola posta all’ingresso dell’Usp, verranno letti brani sull’istruzione e sulla cultura.

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