3 settembre 2004, la strage di Beslan

di Redazione

uno dei bimbi sopravvissuti alla strageLa Scuola “Numero Uno” di Beslan, nell’Ossezia del Sud (regione autonoma del Caucaso nella federazione russa) viene occupata da un gruppo di ben 32 ribelli fondamentalisti islamici e separatisti ceceni.

Vive già da due giorni in uno stato irreale di assedio, quando il 3 settembre del 2004 le forze speciali russe decidono di fare irruzione, per mettere fine al massacro che si stava perpetuando. Alle ore 9.30 del primo giorno dell’anno scolastico il 1° di settembre, quello che i russi chiamano “Giorno della conoscenza”, circa 1300 persone tra alunni, genitori, insegnanti, conoscenti, intervenuti a questa cerimonia molto particolare, nel corso della quale gli studenti del primo anno donando un fiore a quelli che effettueranno l’ultimo anno di scuola, che a loro volta accompagnano quelli del primo anno in classe, vengono presi in ostaggio da un gruppo di terroristi.

La scuola di BeslanVi sono 900 bambini, 59 insegnanti, un numero enorme di genitori ed accompagnatori, tutti diventano ostaggi. Durante il caos iniziale, fatto di raffiche di mitra ed urla feroci, 65 persone riescono a fuggire e a dare l’allarme alla Caserma di Polizia che si trova proprio di fronte alla Scuola. Dopo un primo scontro a fuoco, nel corso del quale perde la vita un civile e resta ferito un terrorista il commando stipa tutti gli ostaggi nella piccola palestra della scuola.

Nel corso delle ore altri ostaggi riescono a fuggire, o vengono liberati direttamente dai ribelli, ma il grosso circa 1100 persone continua a restare chiuso nella palestra. Il 3 settembre, alle 13.00, dopo estenuanti ore di trattative e ben due giorni di alta tensione, si sentono provenire dalla palestra due forti esplosioni e numerosi colpi d’arma da fuoco. Un’ora dopo gli “spetsnaz”, le teste di cuoio russe, assaltano l’edificio, è l’inizio degli scontri che continueranno senza sosta fino a tarda notte. La mattina del 4 settembre le forze speciali del Cremino hanno conquistato la scuola, lo stesso Putin si reca sul luogo. Tutto intorno ben 360 morti, tra loro 186 bambini, una trentina di guerriglieri, decine e decine di feriti.

Addirittura ancora oggi non si riesce ad avere certezza sull’esplosioni avvenute prima del blitz, secondo alcuni testimoni sarebbero state accidentali e non provocate, comunque furono quelle a provocare la gran parte dei morti. Le “mamme di Beslan”, però, accusano le forze speciali del gruppo “Alfa” per l’uso durante l’operazione dei lanciafiamme, che a loro dire provocarono una carneficina, eppure questi sistemi sono vietati da tutte le convenzioni internazionali.

Dell’operazione terroristica fu accusato il super ricercato ceceno Shamil Basayev, ma non vi è assoluta chiarezza di tutto quanto accaduto in quei terribili giorni. Affianco della Scuola Numero Uno, oggi sono stati costruiti altri due edifici scolastici, furono realizzati a tempi di record per ordine dello stesso Putin, mentre la vecchia scuola, squarciata dalle esplosioni è ancora lì, scoperchiata e con le macchie scure del sangue di tanti innocenti sulle mura, un terribile monito per tutti.

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