Camorra, estorsioni nel Casertano: 6 arresti nel clan Ligato-Lubrano

di Redazione

Un filo di paura che durava da anni e che, alla vigilia del Natale, rischiava di trasformarsi in violenza. È da qui che prende forma l’operazione condotta lo scorso 19 dicembre tra Pignataro Maggiore, Napoli e Luisago, dove i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Capua hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di sei persone, ritenute gravemente indiziate di estorsione tentata e consumata, in concorso, aggravata dal metodo mafioso.

Il provvedimento – Il fermo è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. Gli indagati sono ritenuti esponenti del sodalizio camorristico denominato Ligato-Lubrano, operante nell’area dell’alto e medio casertano.

Le estorsioni al gioielliere – L’attività investigativa ha consentito di ricostruire una lunga sequenza di pressioni estorsive ai danni di un gioielliere della zona. Secondo quanto accertato, tra il 2008 e il 2023 la vittima, a seguito di reiterate richieste, avrebbe consegnato oggetti preziosi per un valore complessivo stimato in circa 70mila euro.

Il nuovo tentativo nel 2025 – Le indagini hanno inoltre documentato che, nel periodo compreso tra gennaio e dicembre 2025, gli indagati avrebbero tentato una nuova estorsione, avanzando richieste di ulteriori gioielli e di un orologio di marca Rolex del valore di circa 30mila euro. Di fronte al rifiuto del commerciante, sarebbe emersa la volontà di attuare un’imminente azione ritorsiva e violenta, da mettere in atto prima delle festività natalizie, per costringerlo a versare un’ulteriore somma di circa 50mila euro, oltre ad altri preziosi.

Perquisizioni e sequestri – Contestualmente all’esecuzione dei fermi, i carabinieri hanno effettuato perquisizioni personali, domiciliari e veicolari nei confronti di tutti gli indagati. Nel corso delle operazioni, presso l’abitazione di uno di essi è stata rinvenuta e sequestrata la somma di 6.600 euro in contanti, ritenuta di dubbia provenienza. In un’altra abitazione sono stati sequestrati circa 17 chilogrammi di polvere da sparo, un pugnale con lama di circa 20 centimetri e un tirapugni.

Le misure cautelari – Al termine dell’operazione, cinque indagati sono stati associati alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, mentre il sesto è stato tradotto nella casa circondariale di Como. Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e quello presso il Tribunale di Como, dopo gli interrogatori, hanno convalidato per alcuni indagati il fermo disposto dal pubblico ministero e applicato per tutti la misura della custodia cautelare in carcere.

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