Giugliano, rifiuti pericolosi e rischio roghi: sequestrato fondo agricolo

di Redazione

Nelle campagne di Giugliano in Campania, a nord di Napoli, poco distanti da un’area già segnata da un recente rogo, emerge l’ennesimo fronte dell’emergenza ambientale. Un fondo agricolo trasformato in discarica a cielo aperto, con rifiuti pericolosi esposti alle intemperie e un concreto rischio di nuovi incendi.

I militari del Nucleo carabinieri forestale di Marcianise sono intervenuti in località Santa Patena, dove nei giorni scorsi si era verificata una combustione illecita di rifiuti. Il sopralluogo ha consentito di accertare la presenza di un deposito incontrollato di rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, abbandonati e mescolati tra loro direttamente sul suolo.

Il deposito e i materiali rinvenuti – Sul terreno sono state individuate canaline in polietilene danneggiate, imballaggi in plastica e contenitori derivanti da fitofarmaci scaduti, uno dei quali riportava la dicitura “velenoso”. I rifiuti, lasciati su suolo nudo e senza alcuna protezione, risultavano esposti agli agenti atmosferici. La conformazione del cumulo e la sua vicinanza all’area già interessata dalla combustione hanno fatto emergere un pericolo concreto di incendio, trattandosi di materiali altamente infiammabili.

Il sequestro del fondo – Con la collaborazione del locale Ufficio tecnico comunale è stato possibile risalire alla proprietà del terreno. Ravvisata la sussistenza del reato di gestione illecita di rifiuti speciali, aggravata da un’attività abusiva di messa a riserva e miscelazione non autorizzata, oltre alla combustione illecita già avvenuta, i carabinieri forestali hanno proceduto d’iniziativa al sequestro preventivo dell’intero fondo agricolo, esteso per circa 4.100 metri quadrati, e del cumulo di rifiuti presente.

Le indagini e i rischi per la salute – Sono in corso le indagini per individuare i responsabili di quelle che l’Arma definisce condotte gravemente lesive dell’ambiente e della salute pubblica. La combustione dei rifiuti, in particolare di quelli plastici, comporta infatti il rilascio di diossine e furani, sostanze altamente tossiche e persistenti, capaci di accumularsi negli organismi viventi e favorire l’insorgenza di gravi patologie oncologiche. Un quadro che, ancora una volta, richiama l’attenzione sul legame diretto tra illegalità ambientale e rischio sanitario nel territorio.

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