A Napoli, nella basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, l’arte di Joan Miró diventa esplorazione linguistica e visiva. Le sue sperimentazioni, tra segni, parole e tecniche di stampa, saranno protagoniste della mostra Joan Miró: per poi arrivare all’anima, una delle proposte culturali di maggior rilievo del periodo natalizio nel capoluogo campano.
L’esposizione – Il percorso, organizzato da Navigare srl e curato da Achille Bonito Oliva con Vittoria Mainoldi, sarà aperto al pubblico dal 5 dicembre fino a Pasqua 2026. L’allestimento offre un viaggio nella ricerca espressiva del pittore catalano, indagando il legame tra la sua produzione artistica e il mondo della parola, della grafica e delle tecniche di stampa. In mostra oltre 100 opere provenienti da collezioni private, tra litografie, acqueforti e acquetinte, realizzate tra il 1950 e il 1981.
“Nomadismo culturale” – “Felicemente indeciso a tutto, con un linguaggio che non si ferma davanti a niente e a nessuno e che fonda una doppia valenza dell’artista, il nomadismo culturale e l’ecclettismo stilistico. Quindi, Miró è un artista disinibito totalmente, è costruttivo, alla fine ci lascia un linguaggio che resta nella storia”, afferma Achille Bonito Oliva, delineando l’idea di un artista libero, aperto alla contaminazione e alla sperimentazione permanente.
Mirò e l’editoria – Sette le aree tematiche del progetto espositivo. Tra queste, “Miró e il mondo dell’editoria”, sezione che mette al centro il rapporto con il libro come spazio di ricerca e diffusione, l’interazione con la letteratura e la possibilità di rendere l’arte accessibile attraverso la stampa e le edizioni illustrate. Secondo la curatrice Vittoria Mainoldi “è una mostra di ricerca. Ci focalizziamo su un aspetto molto specifico della carriera di Miró che riguarda gli ultimi anni della sua carriera, ossia la sua produzione litografica e la sua collaborazione nel mondo dell’editoria”. IN ALTO IL VIDEO

