Casal di Principe (Caserta) – La porta si è chiusa alle spalle degli ultimi occupanti e, con lo sgombero eseguito dalle forze dell’ordine, una villa confiscata alla criminalità organizzata torna definitivamente nella disponibilità pubblica. A Casal di Principe è stata liberata l’abitazione riconducibile all’imprenditore Gaetano Darione, da anni coinvolto delle inchieste sul clan dei Casalesi, che era occupata senza titolo da una famiglia composta da tre persone.
L’operazione di sgombero – A intervenire sono stati gli agenti del locale commissariato che hanno operato sotto il coordinamento della questura di Caserta, con il supporto di carabinieri, polizia municipale e personale del Comune. Prima di procedere all’accesso, i poliziotti hanno provveduto a scollegare tutte le utenze, così da mettere in sicurezza l’edificio. La fase iniziale non è stata semplice: gli occupanti hanno rifiutato di lasciare l’immobile, generando tensione. Solo dopo un confronto con gli agenti hanno accettato di allontanarsi e sono stati accompagnati all’esterno senza ulteriori disordini.
Dalla confisca al riuso sociale – Una volta liberata, la villa è stata formalmente consegnata al Comune di Casal di Principe dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, alla quale l’ente locale aveva avanzato richiesta. L’immobile è destinato a una funzione istituzionale e sociale: tra le ipotesi avanzate figura l’utilizzo come nuova sede dell’Ambito sociale di zona, nel caso in cui il Comune assuma il ruolo di capofila, oppure la trasformazione in una “Casa delle associazioni”, da mettere a disposizione del mondo del volontariato e del terzo settore.
Il caso della villa di Setola – Nella stessa giornata era previsto anche lo sgombero di un’altra abitazione confiscata, riconducibile a Giuseppe Setola, leader del “gruppo di fuoco” dei Casalesi e già condannato a numerosi ergastoli, tra cui quello per la strage dei migranti a Castel Volturno del 2008. L’intervento, che avrebbe dovuto riguardare un immobile in cui vivrebbero presunti occupanti abusivi, è però saltato a causa di un difetto di notifica. L’operazione sarà riprogrammata non appena sarà superato l’inghippo procedurale.
Chi è Darione – Gaetano Darione è un imprenditore originario dell’area casalese, il cui nome compare sin dagli anni Ottanta nelle principali inchieste sulle strutture militari e imprenditoriali del clan dei Casalesi. Già nel 1989 il suo nominativo emerge negli atti relativi all’attività criminale riconducibile al gruppo guidato da Mario Iovine, in un’indagine in cui viene indicato dagli investigatori come soggetto in grado di offrire supporto logistico attraverso l’utilizzo di utenze telefoniche, documenti e mezzi.
Dalle inchieste all’arresto per associazione mafiosa – Nel 1996 Darione viene arrestato per associazione mafiosa nell’ambito della maxi operazione “Spartacus”, che ha colpito la struttura criminale riconducibile ai vertici dei Casalesi, in particolare all’ala facente capo a Francesco Schiavone, detto Sandokan. Nel 2012 la Squadra mobile di Caserta dà esecuzione alla sua cattura proprio per quel reato: l’imprenditore doveva scontare una condanna definitiva a 2 anni e 8 mesi per partecipazione al sodalizio fino al 1991.
La villa come base logistica del clan – Secondo la tesi dell’accusa, l’abitazione oggi liberata sarebbe stata utilizzata in passato come base logistica per riunioni e appostamenti. Darione, attivo nel settore edile e del movimento terra, avrebbe beneficiato – sempre secondo le ricostruzioni giudiziarie – di un sistema di protezione e mediazione negli appalti, garantito dal ruolo del cartello camorristico sul territorio. Lo sgombero della villa e la sua restituzione alla collettività si inseriscono così nel percorso di trasformazione dei beni confiscati in strumenti di riscatto sociale.

