Delitto Vassallo, presidio per il colonnello Fabio Cagnazzo davanti al tribunale

di Redazione

Fuori dalla cittadella giudiziaria di Salerno, mentre in aula si celebrava una nuova udienza sul delitto di Angelo Vassallo, decine di persone si sono strette attorno al colonnello Fabio Cagnazzo, uno dei quattro indagati per l’omicidio del sindaco-pescatore.

Il presidio davanti al tribunale – Un gruppo formato da amici ed ex colleghi, arrivati anche dal Lazio e dalla Sicilia, si è radunato davanti al palazzo di giustizia di Salerno per una manifestazione silenziosa di solidarietà. Indossavano pettorine blu e magliette bianche con la scritta «Io sto con Fabio Cagnazzo», schierati dietro a uno striscione che chiedeva «Verità e giustizia anche per Fabio Cagnazzo». Tra i presenti anche la sorella del colonnello, mentre il figlio del sindaco ucciso, Antonio Vassallo, ha varcato l’ingresso del tribunale per seguire l’udienza.

L’udienza preliminare e le accuse – In aula si è tenuto il prosieguo dell’udienza preliminare davanti al giudice per le udienze preliminari di Salerno, passaggio considerato cruciale in un procedimento che vede quattro indagati, tra cui l’ufficiale dell’Arma, accusato di concorso in omicidio. Angelo Vassallo fu ucciso nel 2010, raggiunto da nove colpi di pistola. Secondo l’accusa, l’omicidio potrebbe essere collegato a un traffico di droga nel Cilento, ipotesi al centro dell’inchiesta che coinvolge anche Cagnazzo.

La solidarietà e lo striscione “Verità e giustizia” – I partecipanti al presidio, provenienti da diverse regioni, hanno voluto sottolineare la loro vicinanza al colonnello, ritenuto da loro un servitore dello Stato che ha dedicato la propria carriera alla lotta contro la criminalità organizzata, arrivando ad arrestare circa 180 latitanti, alcuni dei quali considerati tra i più pericolosi d’Italia. «Siamo qui per testimoniare vicinanza a Fabio e chiedere la verità processuale» ha detto un amico del colonnello. «Siamo estremamente convinti dell’innocenza di Fabio, lui è il primo che chiede giustizia non solo per sé ma anche per il sindaco Vassallo perché lui è un uomo delle istituzioni, è un colonnello dei carabinieri che ha arrestato centinaia di latitanti e non è possibile che debba essere il capro espiatorio di questa vicenda».

Le voci dal presidio – Sotto lo striscione «Verità e giustizia anche per Fabio Cagnazzo» si sono alternati abbracci e testimonianze di stima. «Fabio è una persona che ha liberato tante persone oneste dalla morsa dei camorristi. Siamo qui perché lui stesso lo desidera, per chiedere giustizia non solo per sé, ma anche per Angelo Vassallo, per i suoi familiari e per tutte le persone integrate e corrette» ha spiegato uno dei presenti. Una mobilitazione composta, senza slogan urlati ma con messaggi scritti in modo chiaro sulle magliette e sul grande striscione esposto all’ingresso della cittadella giudiziaria: «Io sto con Fabio Cagnazzo» e «Verità e giustizia anche per Fabio Cagnazzo».

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