La ricerca di una bici elettrica rubata a uno studente del liceo ha condotto i carabinieri della stazione di Ischia dentro un capanno trasformato in officina abusiva, tra rifiuti pericolosi, telai smontati e una fila di biciclette elettriche dalla provenienza ancora tutta da chiarire.
L’indagine sul furto della bici elettrica – Tutto parte dalla denuncia presentata da una donna, madre di uno studente del liceo isolano. Qualcuno ha portato via la bici elettrica del figlio, spezzando la catena che la legava all’esterno dell’istituto con una smerigliatrice angolare, a sua volta rubata e poi segnalata nella denuncia. I carabinieri ischitani, insieme ai forestali di Casamicciola, hanno acquisito e analizzato le immagini delle telecamere presenti nella zona del furto, riuscendo a identificare l’autore: un 45enne del posto già noto alle forze dell’ordine. L’uomo è stato rintracciato poco dopo, ma nel frattempo si era già disfatto della bici. La bici è stata recuperata successivamente: era finita nelle mani di un 68enne che l’aveva appena acquistata dal ladro, pagandola una somma decisamente inferiore al reale valore di mercato. Per entrambi è scattata la denuncia per ricettazione.
Il capanno-officina nel centro di Ischia Porto – Le verifiche sul furto non si sono però fermate al ritrovamento della bici. Nel corso delle ricerche, i militari hanno individuato un capanno in via Alfredo De Luca, nel pieno centro di Ischia Porto, trasformato in una vera e propria officina non autorizzata. All’interno, un deposito che ricordava un “cimitero” di pezzi di ricambio: telai di veicoli, componenti smontati e, soprattutto, 19 biciclette elettriche sulle quali sono in corso accertamenti per ricostruirne l’esatta provenienza. Nei guai è finito anche un 58enne ischitano, collegato a quel capanno-deposito in via De Luca, dove i carabinieri ritengono siano transitati materiali di dubbia lecita origine.
Rifiuti pericolosi e sequestro – Nel locale i militari hanno trovato anche 177 batterie di scooter e auto, accatastate senza che fossero rispettate le normative ambientali che regolano lo smaltimento di rifiuti pericolosi. Un quantitativo rilevante, che ha portato a inquadrare il capanno non solo come un punto di transito per la ricettazione di mezzi e componenti, ma anche come un deposito di rifiuti potenzialmente inquinanti. Al termine dei controlli, l’intera struttura è stata posta sotto sequestro. Per le 19 bici elettriche e per il resto del materiale rinvenuto sono in corso ulteriori approfondimenti per ricostruire il giro di affari legato a quella officina abusiva nel cuore di Ischia Porto.

