Una truffa da milioni di euro orchestrata attorno ai bonus edilizi è stata smascherata dai militari del comando provinciale di Bologna, al termine di un’indagine che ha portato alla luce un sistema di crediti fiscali falsi legati a lavori mai eseguiti. L’inchiesta, partita dai finanzieri della compagnia di Imola, ha coinvolto nove condomini del Nuovo Circondario Imolese e portato al sequestro di beni e crediti per circa 9 milioni di euro.
Il meccanismo della frode – Tutto è cominciato da una serie di controlli d’iniziativa sulle pratiche relative ai lavori di messa in sicurezza sismica e riqualificazione energetica finanziati con il Superbonus 110%. Le verifiche hanno condotto a una società che, con la complicità di alcuni professionisti, aveva dichiarato lavori per un valore complessivo di 21 milioni di euro, generando però crediti fiscali inesistenti per circa 9 milioni.
Le indagini e le ispezioni – Le Fiamme gialle imolesi hanno analizzato la contabilità di cantiere, inclusi gli stati di avanzamento lavori e i computi metrici, per accertare l’effettiva esecuzione degli interventi. Con il supporto dell’Ufficio Tecnico del Nuovo Circondario Imolese, sono state svolte ispezioni nei cantieri e rilevamenti che hanno evidenziato opere mai realizzate o completate solo dopo il rilascio delle asseverazioni necessarie a ottenere lo sconto in fattura. In questo modo, gli autori della frode avevano evitato l’applicazione delle aliquote meno vantaggiose introdotte successivamente.
Firme false e flussi di denaro tracciati – L’esame della documentazione ha rivelato firme apocrife e carte contraffatte. I finanzieri hanno quindi ricostruito l’intero percorso dei crediti e dei flussi finanziari: la società appaltatrice, dopo aver formalmente ricevuto i crediti dai condomini, li aveva monetizzati cedendoli a terzi.
Le denunce e i sequestri – Sei persone sono state denunciate alla procura della Repubblica di Bologna per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato punito con la reclusione da due a sette anni. Due di loro dovranno rispondere anche di false informazioni in asseverazioni tecniche, che comportano pene da due a cinque anni e multe fino a 100mila euro. Su richiesta della magistratura, sono stati eseguiti sequestri di crediti fiscali, quote sociali, conti correnti e 46 immobili situati in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Campania.
Il danno evitato – L’intervento tempestivo delle Fiamme gialle ha impedito che la frode si estendesse ulteriormente: secondo le stime, i crediti fittizi avrebbero potuto raggiungere altri 12 milioni di euro, corrispondenti alla totalità delle commesse della società coinvolta. IN ALTO IL VIDEO

