Cinque tradotti in carcere, ventisette ai domiciliari, sette minorenni coinvolti: l’alba del 16 ottobre 2025 si apre con un blitz coordinato dalla Dda lucana e condotto dai carabinieri che smantella una rete radicata a Ferrandina (Matera) e proiettata fino a Cava de’ Tirreni (Salerno), accusata di traffico di droga e disponibilità di armi, con metodo mafioso.
La rete criminale – Secondo gli inquirenti, il gruppo aveva la base operativa a Ferrandina e rapporti stabili con la criminalità campana, in particolare con il clan cavese degli Zullo. In Basilicata sarebbe emersa anche la sigla del clan Bisogno. La regia, sostengono gli atti, puntava al controllo del territorio attraverso lo smercio di hashish e cocaina e l’uso sistematico della violenza contro i rivali.
Le accuse – Contestata l’associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, dalla disponibilità di armi, dall’alto numero dei partecipanti e dall’impiego di minori. Figurano inoltre ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa e di detenzione e porto abusivi di armi e munizioni.
Il perimetro dell’operazione – Le attività, avviate nel marzo 2023, hanno toccato le province di Matera, Potenza, Lecce, Salerno, Siracusa e Trani, con l’impiego di centinaia di militari dell’Arma, supportati dal Nucleo Elicotteri di Bari e dalle unità cinofile di Potenza, Bari e Salerno.
Minorenni e regia dal carcere – Tra i 55 indagati compaiono sette minorenni, due già collocati in comunità. Dalle carte emergono inoltre condotte di gestione “a distanza”: alcuni indagati avrebbero usato telefoni cellulari all’interno di istituti di reclusione per mantenere i contatti con l’esterno e impartire ordini.
Le violenze documentate – L’indagine ha registrato numerosi episodi di spaccio e aggressioni. In questo contesto rientrerebbe anche un tentato omicidio avvenuto la notte di Pasqua del 2024, episodio che aveva scosso Grottaglie (Taranto).
Le misure cautelari – Su 32 arresti eseguiti, cinque persone sono finite in carcere, ventisette agli arresti domiciliari; sette indagati sono sottoposti all’obbligo di dimora. Nel corso delle attività sono state arrestate in flagranza cinque persone e sequestrate quantità significative di stupefacenti.
I numeri – 55 indagati complessivi, 32 misure cautelari (5 in carcere, 27 domiciliari), 7 minorenni coinvolti: la fotografia investigativa delinea un circuito capace di muovere droga e armi lungo più province, con Ferrandina individuata come hub operativo.