Manovra, taglio Irpef al 33% e sostegni a famiglie. Da banche 11 miliardi in tre anni

di Redazione

Una manovra da 18,5 miliardi che promette ossigeno a ceto medio e famiglie senza allentare la tenuta dei conti pubblici. È la linea tracciata dal Documento programmatico di bilancio che il Mef ha trasmesso alla Commissione Ue, in un quadro ancora segnato da “forti elementi di incertezza”. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ne ha tracciato le linee generali nel corso del Consiglio dei ministri. «La manovra di finanza pubblica per il triennio 2026-2028 interviene in un contesto in cui permangono forti elementi di incertezza, coniugando l’impegno del Governo a proseguire, da un lato, l’azione di sostegno del potere di acquisto delle famiglie e delle imprese e per il sociale e, dall’altro, ad assicurare la sostenibilità della finanza pubblica», si legge nel Dpb.

Il perimetro – L’ammontare complessivo delle misure è di circa 18,5 miliardi e riflette il quadro programmatico legato alla richiesta di rimodulazione del Pnrr inviata alle Autorità europee dopo la risoluzione che ha seguito le comunicazioni rese dal ministro Foti alle Camere il 30 settembre e il 1° ottobre.

Fisco – Prosegue la riduzione del prelievo sul lavoro: la seconda aliquota Irpef scende dal 35% al 33%, con benefici limitati per i redditi più alti. Il taglio per il ceto medio vale quasi 2,8 miliardi nel 2026 e altrettanti nel 2027 e 2028, con un impatto pari a -0,12% del Pil in ciascuno dei tre anni.

Famiglie e welfare – Rifinanziata per il 2026 e il 2027 la social card “Carta dedicata a te” per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Risorse specifiche vanno al completamento della riforma del ruolo del caregiver familiare; per il 2026 è potenziata la misura già prevista nel 2025 per le lavoratrici madri con due o più figli e reddito da lavoro fino a 40mila euro annui. Arriva anche la revisione dell’Isee: maggiorazioni delle scale di equivalenza per i nuclei con almeno due figli e soglia più alta per l’esclusione della casa di abitazione. Lo stanziamento per famiglia e welfare è di circa 1,6 miliardi nel 2026.

Pensioni – Nel biennio 2027-2028 si conferma, esclusi lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso per l’adeguamento all’aspettativa di vita. Il costo stimato è pari a -0,02% del Pil nel 2026 (circa 460 milioni), -0,08% nel 2027 (quasi 1,9 miliardi) e -0,05% nel 2028 (circa 1,15 miliardi): oltre 3 miliardi sul triennio.

Lavoro e contrattazione – Per sostenere i rinnovi e legare salari e produttività, sono previsti interventi fiscali sui premi di risultato nel settore privato; nel pubblico impiego arriva un’agevolazione sul trattamento accessorio.

Contributo degli intermediari – Banche e assicurazioni verseranno uno 0,19% del Pil nel 2026 e nel 2027 e uno 0,10% nel 2028: in valori assoluti circa 4,37 miliardi nel 2026, altrettanti nel 2027 e 2,3 miliardi nel 2028, per oltre 11 miliardi nel triennio.

I conti – Impatto praticamente nullo sui saldi: nel 2026 il Dpb indica meno di 100 milioni di euro (92 milioni), pari a -0,04% del Pil; poi -0,25% nel 2027 e -0,29% nel 2028, in coerenza con l’obiettivo di consolidamento della finanza pubblica.

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