Scossone sui mercati dopo l’ultima offensiva di Donald Trump contro la Cina. “Sto valutando un massiccio aumento dei dazi sui prodotti cinesi in arrivo negli Stati Uniti”, ha scritto su Truth, accusando Pechino di “atti ostili” legati a “lettere inviate a Paesi in tutto il mondo che minacciano controlli sulle esportazioni”.
Il presidente americano ha definito la mossa “una vera sorpresa, non solo per me, ma per tutti i leader del mondo libero”. Secondo Trump, le comunicazioni attribuite a Pechino prefigurerebbero restrizioni “su ogni singolo elemento di produzione che abbia a che fare con le terre rare, e su qualsiasi altra cosa gli venga in mente”. Un’azione che, a suo dire, “intaserebbe i mercati e renderebbe la vita difficile a praticamente tutti i Paesi del mondo, soprattutto alla Cina”. “Siamo stati contattati da altri Paesi estremamente arrabbiati per questa grande ostilità commerciale, nata dal nulla”, ha aggiunto.
Il timing, ha insistito Trump, sarebbe “particolarmente inappropriato”, perché arriverebbe nei giorni in cui “dopo tremila anni di caos e combattimenti, ci sarà la pace in Medio Oriente”. “Mi chiedo se questa tempistica sia stata una coincidenza.” Quindi l’avvertimento: “Come presidente degli Stati Uniti contrasterò finanziariamente la loro mossa”.
Le parole di Trump hanno appesantito Wall Street: il Dow Jones scivola dello 0,70% a 46.045,79 punti, il Nasdaq cede l’1,09% a 22.781,74 punti e lo S&P 500 arretra dello 0,84% a 6.678,48 punti. In forte calo anche il greggio: a New York il Wti di novembre perde oltre il 4% e scende a 59 dollari al barile; il Brent a Londra lascia il 3,7% a 62,8 dollari. Seduta negativa pure in Europa. Gli indici, indecisi per gran parte della giornata, hanno accelerato al ribasso dopo le dichiarazioni del presidente Usa: Parigi -1,53%, Francoforte -1,5%, Londra -0,86%. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,74% a 42.047 punti.