Esplosioni in mare aperto, vele lacerate e comunicazioni disturbate: la Global Sumud Flotilla, convoglio umanitario diretto a Gaza, denuncia una serie di attacchi in acque internazionali a sud di Creta nella mattinata del 24 settembre, senza feriti ma con danni a più imbarcazioni.
Il convoglio e l’area dell’attacco – Oltre cinquanta barche partite da diversi porti del Mediterraneo navigavano a velocità moderata verso la Striscia quando, secondo gli organizzatori, l’area tra Creta e il confine marittimo egiziano è stata sorvolata da droni. Gli equipaggi riferiscono esplosioni, bombe sonore, oggetti non identificati, spray urticanti e interferenze sulle radio di bordo.
Tre imbarcazioni danneggiate – I colpi hanno riguardato in particolare la Zefiro, con la distruzione dello strallo di prua, la Morgana, con danni alla randa, e la Taigete, raggiunta da un drone senza conseguenze strutturali visibili. Alcuni marinai parlano di “rumori metallici sospetti” e temporanea perdita di contatto con le unità vicine.
La denuncia di Maria Elena Delia – A bordo della Morgana, la portavoce italiana Maria Elena Delia ha diffuso video e testimonianze sui social: “Quello che sta accadendo è senza precedenti e mette a rischio la vita di tutti noi”. “Stiamo subendo attacchi con droni e bombe sonore, le comunicazioni sono state bloccate”. “Abbiamo avvisato la Farnesina e chi di competenza, ma continuiamo a navigare per raggiungere Gaza”. Gli attivisti parlano di violazioni “di ogni principio del diritto marittimo internazionale” e leggono gli episodi come tentativi di scoraggiare l’arrivo degli aiuti.
La posizione della Farnesina – Da New York, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incaricato l’ambasciata a Tel Aviv di acquisire informazioni e ha rinnovato la richiesta a Israele di garantire la sicurezza dei cittadini italiani a bordo, ribadendo il rispetto del diritto internazionale e del principio di cautela nelle operazioni in acque internazionali. La Farnesina fa sapere che l’Italia sta monitorando il dossier, pronta a fornire supporto in coordinamento con le autorità internazionali e con le Nazioni Unite.
Precedenti e contesto della missione – La Global Sumud Flotilla, iniziativa internazionale avviata nel 2025 con l’obiettivo di consegnare aiuti a Gaza in sfida simbolica al blocco navale, salpa da scali come Barcellona, Genova, Tunisi e Catania con l’appoggio di Ong europee e movimenti pacifisti. Non è il primo episodio: il 10 settembre l’imbarcazione Alma è stata colpita da un ordigno incendiario nel porto tunisino di Sidi Bou Said. Gli organizzatori, oggi come allora, confermano la rotta: “Ogni attacco non fa che rafforzare il nostro impegno verso Gaza”.
Fibrillazioni interne e polemiche – La missione sconta anche tensioni tra attivisti. Il giornalista Yusuf Omar ha annunciato il ritiro dalla spedizione accusando strategie comunicative inefficaci e un’eccessiva centralità degli organizzatori, innescando un effetto domino culminato con l’uscita di Greta Thunberg dal consiglio direttivo della Flotilla. L’attivista svedese, pur restando a bordo in veste di semplice volontaria, ha chiesto di riportare l’attenzione “sulle condizioni di Gaza e non sulle dinamiche interne”. Le polemiche sono cresciute dopo post attribuiti a membri dell’organizzazione accusati di ostilità verso la comunità LGBTQ+: la stessa Thunberg ha richiamato alla necessità di “una solidarietà che non discrimini e che sia veramente universale”. La direzione della Flotilla, per ora, ribadisce l’obiettivo primario: raggiungere la Striscia e consegnare gli aiuti.