Marcianise, tragedia Ecopartenope: ipotesi scintilla durante lavori di saldatura

di Redazione

A due giorni dall’esplosione che ha causato la morte di tre operai alla Ecopartenope di Marcianise (Caserta), gli inquirenti stanno concentrando l’attenzione sulla possibile origine del disastro. Secondo quanto trapela dalle prime verifiche, una scintilla partita da una saldatrice sarebbe bastata a innescare i vapori compressi all’interno del silos di oli esausti, provocando la deflagrazione.

L’inchiesta in corso – La procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo per fare luce sulle cause e sulle eventuali responsabilità. Sul posto, i carabinieri e gli ispettori del lavoro hanno effettuato sopralluoghi e sequestri per ricostruire la sequenza degli eventi. L’attenzione è rivolta alle procedure di sicurezza adottate durante i lavori di manutenzione e al rispetto delle norme previste per operazioni ad alto rischio come quelle svolte nel silos.

Il bilancio e le vittime – Nell’esplosione hanno perso la vita il titolare dell’azienda Pasquale De Vita, suo cognato e rappresentante per la sicurezza Ciro Minopoli e l’operaio Antonio Donadeo. Due dipendenti sono rimasti feriti in modo lieve. La violenza del boato ha scaraventato i corpi a decine di metri di distanza, mentre la struttura del silos è rimasta accartocciata su se stessa.

Un’azienda sotto osservazione – La Ecopartenope, realtà con 17 dipendenti attiva da oltre quarant’anni, era già stata coinvolta in passato in un sequestro amministrativo per il quale era ancora pendente una causa di risarcimento. Oggi il nome della società torna al centro delle cronache per una tragedia che ha strappato alla vita tre lavoratori, lasciando dietro di sé dolore e interrogativi. Nella foto il silos esploso e, da sin., i volti di De Vita e Donadeo

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