Aversa (Caserta) – Il calcolo delle indennità percepite dagli amministratori del Comune di Aversa finisce sotto la lente della magistratura contabile. A sollevare il caso è l’ex presidente del Consiglio comunale, Carmine Palmiero, che ha presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti della Campania denunciando presunte irregolarità nei criteri utilizzati per la determinazione degli stipendi.
Nel documento, Palmiero contesta la determina dirigenziale numero 55/2025, firmata lo scorso febbraio dalla dirigente Paola Oro, con cui sono state fissate le indennità per il sindaco Francesco Matacena, il vicesindaco Alfonso Oliva, il presidente del Consiglio Giovanni Innocenti e gli assessori. Secondo l’ex presidente dell’Assise cittadina, il provvedimento si basa su un coefficiente del 45% dell’indennità del presidente della Regione Campania, applicato considerando Aversa come Comune con oltre 50mila abitanti.
Il nodo demografico – Una classificazione che, però, risulterebbe superata. Nell’esposto si evidenzia come i dati ufficiali Istat e dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) certifichino da almeno tre anni un numero di residenti inferiore a quella soglia. L’adozione di un criterio “statico”, fondato su parametri non aggiornati, viene ritenuta da Palmiero “inopportuna e contraria ai principi di prudenza gestionale”, in contrasto con recenti pronunce che riconoscono la validità di criteri “dinamici” basati su dati correnti.
L’impatto sulle casse comunali – L’effetto economico del coefficiente maggiorato, secondo stime definite “prudenziali”, ammonterebbe a circa 80mila euro l’anno, generando una spesa complessiva di 400mila euro in cinque anni. Un aggravio che pesa su un ente già in sofferenza, attualmente sottoposto a procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, ai sensi dell’articolo 243-bis del Testo unico degli enti locali. Con l’esposto, Palmiero chiede alla magistratura contabile di verificare la correttezza dei criteri demografici utilizzati, accertare eventuali responsabilità e valutare la compatibilità di tali scelte con la situazione finanziaria dell’ente. “Si continua ad applicare un criterio che prescinde dalla realtà demografica attuale, facendo finta di niente rispetto a un dato oggettivo e ufficiale”, dice. Tra le richieste figurano anche l’adozione di misure correttive e l’eventuale attivazione di azioni risarcitorie.