Sant’Arpino (Caserta) – A una settimana dalla seduta dedicata alle cappelle gentilizie e ai loculi cimiteriali, il Consiglio comunale di Sant’Arpino è tornato a riunirsi in forma aperta, questa volta per discutere della gestione del servizio idrico integrato, affidato alla società mista “Acquedotti S.c.p.A.”. Una riunione molto attesa dalle opposizioni, che da oltre tre mesi avevano formalmente chiesto la convocazione della seduta, ottenendola, denunciano, solo dopo “numerose sollecitazioni” e l’intervento della Prefettura.
Al centro del dibattito, la legittimità dell’affidamento del servizio alla società mista, alla luce della delibera Anac n. 258 del 13 giugno 2023, della sentenza del Tar Lazio n. 7595 del 16 aprile 2025 e della posizione del sindaco all’interno dell’ente affidatario. Una questione che, secondo i consiglieri comunali di opposizione Salvatore Lettera, Francesco Pezone, Domenico Cammisa, Iolanda Boerio, Nicola Della Rossa e Anna Pezzella, rimane ancora oggi senza risposte chiare.
“La seduta – affermano in una nota congiunta – è stata l’ennesima occasione mancata da parte dell’amministrazione comunale per fare chiarezza su un tema così delicato. Non è stata fornita alcuna indicazione sui tempi né su eventuali provvedimenti da adottare alla luce della sentenza del Tar. Solo dichiarazioni generiche come ‘valuteremo la scelta più giusta per i cittadini’ o ‘verrà convocata una commissione con tecnici e opposizioni’”.
Nel corso della seduta sono intervenuti anche alcuni cittadini prenotati per il dibattito, tra cui il professor Giuseppe Limone, garante del gruppo di maggioranza Risorgimento Atellano. La sua partecipazione, però, ha suscitato “rammarico” tra le opposizioni: “Nonostante le sue competenze – sottolineano i sei consiglieri – il suo intervento non ha offerto alcun chiarimento sui punti giuridici cruciali, né ha approfondito la conformità dell’affidamento alla normativa vigente. Il suo atteggiamento ostile verso l’opposizione ha tradito una scarsa conoscenza del lavoro da noi svolto, sia in commissione che in Consiglio”.
I consiglieri auspicano che il professore partecipi “con maggiore continuità” alle attività istituzionali, piuttosto che “limitarsi a difendere un’amministrazione che, sul tema in oggetto, fa acqua da tutte le parti”. Concludendo, i firmatari della nota esprimono profonda delusione per l’atteggiamento dell’amministrazione: “Temiamo che anche questa vicenda, come tante altre, finirà nell’elenco delle promesse mancate, lasciando irrisolta una questione centrale come la gestione del servizio idrico e la tutela dell’interesse pubblico”.