Sette misure cautelari, di cui cinque in carcere e due ai domiciliari, sono state eseguite nelle scorse ore dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Milano, su mandato del gip del tribunale del capoluogo lombardo, nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese. I destinatari dei provvedimenti sono accusati a vario titolo di estorsione, usura ed emissione di fatture false, con l’aggravante della finalità mafiosa per aver, secondo l’accusa, agevolato la cosca della famiglia Bellocco. L’indagine, condotta dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, ha svelato intrecci opachi tra ambienti del tifo organizzato di San Siro – sia della curva Nord interista che della Sud milanista – e criminalità organizzata, con infiltrazioni in settori economici strategici e presunti rapporti con esponenti della dirigenza calcistica.
Gli arrestati – Tra gli arrestati, tornano nomi già coinvolti nel blitz dello scorso settembre: Francesco Intagliata, ultras della Nord interista, Filippo Monardo, Giuseppe Orecchio, Davide Scarfone e Domenico Sità. Ai domiciliari sono finiti Mauro Russo, ex socio in affari degli ex calciatori Paolo Maldini e Christian Vieri (entrambi completamente estranei all’inchiesta), e Carmelo Montalto. Secondo gli inquirenti, Russo avrebbe preteso per due anni 4mila euro mensili da Gherardo Zaccagni, imprenditore che gestisce i parcheggi esterni allo Stadio Meazza. Una forma di “pizzo ambientale” per garantire la tranquillità attorno agli spazi commerciali, in un contesto in cui – come dichiarato da Zaccagni – era prassi anche “riservare parcheggi gratuiti agli ultras, così come le società calcistiche garantivano i biglietti”.
Il ruolo della famiglia Bellocco – Le contestazioni si fondano in larga parte sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Andrea Beretta, ex capo della curva Nord e oggi pentito dopo aver ucciso a coltellate proprio Antonio Bellocco, il referente della cosca calabrese a Milano. Le sue deposizioni hanno contribuito a chiarire la struttura criminale e i legami con l’economia milanese. Antonio Bellocco avrebbe erogato prestiti usurari a un imprenditore comasco del settore televisivo, chiedendo tassi fino al 400%, e lo avrebbe minacciato più volte per riscuotere il dovuto. Secondo il giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro, l’uomo sarebbe stato destinatario di pressioni del tipo: “Quando pensi di rientrare? I soldi di Antonio erano i miei”. Ma Bellocco non operava da solo. Tra i sodali emerge anche il nome del fratello Berto Bellocco, accusato, insieme a Sità, di aver tentato di prendere il controllo della “cn69 curva nord”, società legata al merchandising della tifoseria interista.
False fatturazioni e interessi imprenditoriali – Un altro filone d’indagine riguarda l’emissione di fatture per operazioni inesistenti attraverso società fittizie, un meccanismo ideato per evadere l’Iva e le imposte sui redditi. Tra gli episodi più significativi, quello che coinvolge Davide Scarfone, attualmente in carcere, legato a QFort Como srl – società collegata a una multinazionale del settore infissi (estranea all’inchiesta). Scarfone, secondo gli atti, avrebbe sfruttato i suoi legami con Bellocco per ottenere la presenza del vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, a un evento imprenditoriale. A confermare il tutto è lo stesso Beretta, che afferma di aver “chiamato il Capitano” per garantirne la partecipazione. Zanetti, presente il 17 novembre 2023 alla serata, avrebbe successivamente ricevuto un messaggio di ringraziamento da Bellocco. Il coinvolgimento, anche solo indiretto, del dirigente ha portato la Figc a multarlo per 14.500 euro, pur rimanendo al momento fuori dall’inchiesta giudiziaria.
Infiltrazioni nei settori economici – L’inchiesta, che si fonda su testimonianze, intercettazioni e approfondimenti finanziari, ha anche messo in luce le modalità con cui Bellocco sarebbe stato “introdotto” a Milano da Marco Ferdico, già in carcere, che gli avrebbe garantito alloggio e un’occupazione fittizia. I proventi delle attività illecite – secondo la Dda – sarebbero finiti nelle casse della cosca per sostenere i detenuti e finanziare nuove operazioni.
Un’inchiesta in espansione – Il fascicolo “Doppia Curva”, che già in autunno aveva portato a un’ondata di arresti tra gli ambienti ultras milanesi, si arricchisce dunque di nuovi dettagli e sviluppi, delineando un sistema criminale ramificato, con agganci nel mondo del tifo, dell’imprenditoria e persino della politica. L’imprenditore Zaccagni ha infatti citato anche il consigliere regionale Manfredi Palmeri, che ha optato per il processo immediato in un filone parallelo per un’ipotesi di corruzione tra privati. Gli inquirenti, intanto, proseguono con nuovi approfondimenti. Il legame tra le curve milanesi e la criminalità organizzata si conferma come un nodo centrale nel contrasto alle infiltrazioni mafiose nel tessuto urbano. IN ALTO IL VIDEO