Un’organizzazione strutturata, colpi pianificati nei dettagli e un canale di esportazione verso l’Albania attraversando i Balcani. È questo il quadro che emerge dall’operazione dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Modena che, nella serata del 4 dicembre, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo nei confronti di quattro persone – di 58, 46, 44 e 21 anni – gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata ai furti di trattori agricoli, ricettazione e autoriciclaggio di autovetture rubate. Gli arrestati, tutti di origine albanese, sono ora in carcere dopo che il giudice per le indagini preliminari, con ordinanza emessa all’esito dell’udienza di convalida del 6 dicembre, ha disposto la custodia cautelare.
L’escalation dei furti e l’avvio delle indagini – L’inchiesta prende forma nel settembre 2025, dopo l’impennata di furti di mezzi agricoli registrata durante l’estate nella provincia modenese. A far scattare l’attenzione degli investigatori due episodi in particolare: nella notte del 24 luglio spariscono quattro trattori da un’azienda agricola di San Prospero, mentre il 5 agosto a Zocca vengono rubati altri due mezzi. Da lì prende corpo l’ipotesi di un gruppo organizzato, poi confermata dagli accertamenti.
Colpi in serie tra Emilia e Piemonte – Le successive indagini consentono di ricostruire una scia di furti che, oltre al territorio modenese, tocca le province di Bologna, Parma, Reggio Emilia e Forlì-Cesena, spingendosi anche in Piemonte. Il bilancio complessivo è pesante: 28 trattori agricoli sottratti e 17 tra autovetture e furgoni. In totale, 42 mezzi recuperati dalla polizia giudiziaria e restituiti ai legittimi proprietari. Il valore commerciale della refurtiva recuperata si aggira intorno ai due milioni e mezzo di euro.
Il modus operandi – Secondo quanto ricostruito, gli indagati individuavano gli obiettivi attraverso accurati sopralluoghi e utilizzavano autovetture rubate per asportare i trattori dalle aziende agricole. I mezzi venivano poi nascosti in aree di campagna difficilmente raggiungibili, per verificare l’eventuale presenza di sistemi di localizzazione satellitare. A compiere materialmente i furti sarebbero stati in tre. Il quarto componente, il più anziano del gruppo, avrebbe invece avuto il compito di caricare i trattori su un autoarticolato e trasportarli in Albania con un viaggio “via terra” attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro.
Intercettazioni, pedinamenti e sequestri – Decisivo il lavoro investigativo svolto attraverso intercettazioni telefoniche e tra presenti, analisi dei tabulati di traffico telematico e telefonico, visione dei filmati degli impianti di videosorveglianza e servizi di osservazione, controllo e pedinamento. Un quadro indiziario che ha portato rapidamente all’emissione dei provvedimenti restrittivi. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati anche diversi disturbatori di frequenze jammer, un rilevatore di microspie, chiavi di avviamento dei trattori e arnesi da scasso utilizzati durante i furti. L’inchiesta resta comunque aperta per accertare eventuali ulteriori responsabilità e possibili canali di ricettazione all’estero. IN ALTO IL VIDEO

