‘Ndrangheta e movida: due arresti in operazione “Cassandra”, sequestri per circa 1 milione

di Redazione

L’assetto criminale che, secondo gli inquirenti, governava una fetta della movida sul lungomare di Crotone è stato scardinato da un’operazione che ha portato a carcere e domiciliari tre persone ritenute legate a un sodalizio di matrice ‘ndranghetista, con interessi estesi ben oltre i confini provinciali.

I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti oggi dai militari delle Fiamme gialle del comando provinciale di Crotone, impegnati con oltre 30 unità e supportati da unità cinofile, in esecuzione di un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, richiesta dalla Procura distrettuale antimafia. L’operazione Cassandra si inserisce in un più ampio filone investigativo coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Le misure cautelari – In carcere sono finiti Gianluca Pennisi, 50 anni, e Gaetano Russo, 45 anni, ritenuti figure centrali delle attività illecite. Ai domiciliari con braccialetto elettronico Nicola Siniscalchi, 51 anni, per il quale è stato escluso il reato associativo pur riconoscendo la gravità delle condotte estorsive. Le accuse contestate, tutte aggravate dalla finalità mafiosa, comprendono associazione per delinquere di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza.

I sequestri – Parallelamente agli arresti, la Guardia di finanza ha eseguito sequestri preventivi finalizzati alla confisca di beni e risorse economiche ritenute sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati. Sotto sigillo sono finite società, ditte individuali, immobili, conti correnti, autovetture e motoveicoli. Il valore complessivo del sequestro è stimato in circa un milione di euro. Tra i beni colpiti figurano note attività della movida crotonese e uno stabilimento balneare, oltre a un immobile nel centro cittadino.

Gli interessi nel food & beverage – Secondo la ricostruzione degli investigatori, il gruppo operava attraverso una fitta rete di interessi nel settore del food & beverage, esercitando un controllo occulto su noti locali del lungomare di Crotone. Le indagini hanno documentato l’uso sistematico di schermature societarie e prestanome per aggirare le norme sulla prevenzione patrimoniale, accompagnato da condotte intimidatorie e minacciose finalizzate a consolidare una posizione di forza e a instaurare un vero e proprio assetto oligopolistico nel settore.

Le “teste di legno” e i soci occulti – L’inchiesta Cassandra, naturale prosecuzione dell’indagine Glicine, ha fatto emergere un sistema basato sull’intestazione fittizia di beni. Le intercettazioni agli atti restituiscono un quadro netto della reale gerarchia interna: Borrelli, sulla carta amministratore unico di una delle società, veniva trattato dai veri gestori – individuati in Pennisi, Russo e Siniscalchi – come un dipendente subalterno, spesso rimproverato con toni aspri. Secondo gli inquirenti, Pennisi e Siniscalchi figuravano come soci occulti di Uramare, capaci di percepire dividendi in contanti e, successivamente, di farsi liquidare le proprie quote con una somma di 50mila euro per uscire dall’affare.

Intimidazioni ed estorsioni – Le indagini hanno anche documentato un clima di intimidazione violenta nei confronti degli imprenditori concorrenti. Emblematico il caso di un titolare “reo” di aver aperto un locale vicino a quelli gestiti dalla cosca e di voler servire cocktail in concorrenza diretta. La risposta del gruppo si sarebbe tradotta in incendi, danneggiamenti e minacce esplicite («Se fa cocktail lo faccio chiudere»), costringendo la vittima a limitare l’offerta commerciale a “polpette e patatine” e ad accettare di riconoscere una percentuale sugli utili pur di poter lavorare.

Gli indagati a piede libero – Risultano indagati a piede libero per intestazione fittizia di beni altri due imprenditori, nei cui confronti la Procura antimafia di Catanzaro non ha avanzato alcuna richiesta di misura cautelare. Le indagini, fanno sapere gli inquirenti, proseguono per ricostruire ulteriori responsabilità e delineare l’intera rete di interessi economici riconducibili al sodalizio. IN ALTO IL VIDEO

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