Il viavai sospetto, segnalato da tempo dai residenti, ha trovato riscontro in un’operazione scattata nelle ultime ore nel padovano. Le Fiamme gialle di Padova hanno arrestato in flagranza di reato una donna straniera, ritenuta responsabile di sfruttamento della prostituzione, sequestrando contestualmente un centro benessere e massaggi che, secondo le indagini, operava in realtà come casa d’appuntamenti.
Nel corso dell’intervento sono stati sottoposti a sequestro preventivo l’immobile, denaro contante e le attrezzature utilizzate per l’esercizio dell’attività illecita. All’esito dell’udienza di convalida, l’arresto e il sequestro dell’immobile sono stati confermati ed è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti della responsabile.
Le indagini – L’operazione conclude una complessa attività di polizia giudiziaria condotta dal Gruppo Padova e coordinata dall’autorità giudiziaria, avviata per chiarire gli anomali movimenti di persone attorno a un centro massaggi gestito da cittadini stranieri. Le investigazioni, iniziate la scorsa estate e sviluppate anche attraverso strumenti di indagine ambientale, hanno consentito di accertare che all’interno della struttura veniva svolta attività di prostituzione da parte di tre donne straniere, due delle quali sfruttate.
Il ruolo della responsabile – Secondo quanto ricostruito, la donna arrestata curava la pubblicazione degli annunci su piattaforme online, gestiva i contatti con la clientela, concordava i prezzi delle prestazioni e indirizzava i clienti verso una o l’altra donna in base alle richieste, partecipando in alcuni casi anche alle prestazioni.
Il giro d’affari – Rilevante il volume economico dell’attività: fino a 1.500 euro al giorno, per un incasso mensile stimato tra i 35mila e i 40mila euro. Somme che saranno ora sottoposte a tassazione. Nei confronti del titolare del centro, anch’egli straniero e denunciato in concorso per sfruttamento della prostituzione, è stata contestata anche l’occupazione “in nero” delle tre donne.
L’immobile abusivo – Dagli accertamenti è emerso inoltre che il centro benessere era ospitato in un immobile di circa 150 metri quadri ad uso commerciale, al cui interno era stato realizzato abusivamente un vero e proprio appartamento, completo di cucina, lavanderia, camere da letto e postazioni per gli incontri. Per questo motivo è stato interessato il competente comune, chiamato a effettuare i rilievi di natura urbanistica. IN ALTO IL VIDEO

