Ucraina, Kiev riceve dagli Usa un piano per la pace ma lo giudica “assurdo e inaccettabile”

di Redazione

L’Ucraina conferma di aver ricevuto da Washington un “progetto di piano” per mettere fine alla guerra con la Russia, ma dalle stanze di Kiev filtrano giudizi durissimi sulla bozza. La presidenza ucraina fa sapere che il documento è stato trasmesso dalla Casa Bianca e che il capo dello Stato Volodymyr Zelensky è pronto a discuterne “nei prossimi giorni” con il presidente americano Donald Trump, pur in un clima di forte scetticismo sulle reali intenzioni del Cremlino.

Il progetto Usa consegnato a Zelensky – In un messaggio diffuso su Telegram, l’ufficio del presidente ucraino ha spiegato che “il presidente ucraino ha ufficialmente ricevuto un progetto di piano dagli Stati Uniti che, secondo la valutazione americana, potrebbe rivitalizzare la diplomazia” e che lo stesso Zelensky intende affrontare il dossier direttamente con Trump. L’annuncio è arrivato dopo l’incontro a Kiev tra il leader ucraino e una delegazione di rappresentanti degli Stati Uniti, tra cui un’alta componente militare.

“Assurdo e inaccettabile”: la replica di Kiev – Dietro le formule diplomatiche, però, il giudizio che trapela dai palazzi del potere ucraino è netto. “Assurdo, inaccettabile”. Così alti funzionari di Kiev definiscono la proposta di pace Usa-Russia mentre sono in corso i colloqui fra Zelensky e l’alta delegazione militare americana. Il testo, attribuito al manager russo Kirill Dmitriev, considerato uno stretto alleato di Vladimir Putin, e all’inviato di Trump Steve Witkoff, viene bollato come una “provocazione” con l’obiettivo di provocare divisioni e “disorientare” gli alleati dell’Ucraina. “Al momento non ci sono segnali del fatto che il Cremlino sia pronto a negoziati seri, Putin sta cercando di guadagnare tempo ed evitare le sanzioni Usa”, afferma Oleksandr Merezhko, presidente della commissione Esteri del Parlamento, che liquida Dmitriev come “un nessuno”. Anche il vice ministro degli Esteri Sergiy Kyslytsya giudica l’iniziativa irrealistica, suggerendo che si tratti di un’operazione di informazione “in stile sovietico tesa a influenzare l’opinione pubblica e seminare il panico”.

Il piano in 28 punti: Donbass alla Russia e garanzie per Kiev – Secondo le ricostruzioni circolate sulla stampa americana, il piano di Trump per fermare la guerra prevede concessioni territoriali sostanziali alla Russia in cambio di garanzie di sicurezza per l’Ucraina e l’Europa. Stando a quanto riportato da Axios, la bozza garantirebbe a Mosca alcune aree dell’est del Paese che oggi non controlla – di fatto l’intero Donbass – in cambio di impegni statunitensi a difendere Kiev da future aggressioni russe. La convinzione che filtra da Washington è che l’Ucraina finirebbe comunque per perdere quei territori e che, dunque, sarebbe “interesse di Kiev raggiungere un accordo adesso”. I 28 punti del piano concederebbero alla Russia il pieno controllo delle regioni di Luhansk e Donetsk, che compongono il Donbass, nonostante Kiev mantenga ancora il controllo su circa il 12% di quelle aree. Le zone da cui l’esercito ucraino dovrebbe ritirarsi verrebbero trasformate in area smilitarizzata, dove Mosca non potrebbe dispiegare le proprie truppe. Nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia le attuali linee di contatto resterebbero per lo più congelate, con una parziale restituzione di territori da parte russa, da definire in sede negoziale. Nello schema, Stati Uniti e altri Paesi riconoscerebbero la Crimea e il Donbass come territorio legalmente russo, senza però pretendere che l’Ucraina faccia lo stesso. Il progetto includerebbe inoltre limiti alla consistenza delle forze armate di Kiev e alle sue capacità di attacco a lungo raggio, in cambio di nuove garanzie di sicurezza americane, di cui tuttavia non sono ancora chiari i contorni.

Qatar e Turchia nei retroscena della mediazione – Dietro le quinte, il piano vedrebbe il coinvolgimento di Qatar e Turchia, che starebbero sostenendo gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti. Secondo due fonti a conoscenza del dossier, un funzionario di Doha avrebbe partecipato ai colloqui tra l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e il consigliere per la sicurezza nazionale ucraino Rustem Umerov lo scorso fine settimana, a conferma dell’intensa attività diplomatica che ruota intorno alla proposta.

Mosca prende tempo e nega di aver ricevuto il piano – Dal fronte russo, la linea ufficiale resta improntata alla prudenza. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova sostiene che Mosca non abbia ricevuto alcuna proposta formale dagli Stati Uniti: “La Russia non è a conoscenza del nuovo piano di pace riguardante l’Ucraina e non ha ricevuto bozze di accordi dagli Stati Uniti”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov precisa che Russia e Stati Uniti “non stanno tenendo al momento consultazioni sull’Ucraina”, pur ammettendo che “sono sicuramente in atto dei contatti”, e afferma che non ci sono stati sviluppi dopo l’incontro in Alaska tra Putin e Trump. Mosca, aggiunge, rimane teoricamente aperta a un’intesa che affronti “le cause profonde del conflitto” in qualsiasi momento. Peskov dice inoltre di non avere informazioni sull’ipotesi che i generali americani in visita a Kiev possano recarsi successivamente in Russia. Secondo il Wall Street Journal, il segretario dell’Esercito statunitense Daniel Driscoll avrebbe intenzione di incontrare anche rappresentanti russi dopo i negoziati con la parte ucraina.

Kallas: “La pace deve essere giusta e condivisa dagli europei” – Da Bruxelles, la presidente della Commissione europea e alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas avverte che per “porre fine” alla guerra in Ucraina “è necessario che anche gli ucraini e gli europei siano d’accordo su questi piani”. Secondo Kallas, il presidente russo Putin “potrebbe porre fine a questa guerra immediatamente, se smettesse di bombardare i civili e di uccidere le persone. Ma non abbiamo visto alcuna concessione da parte russa”.
“Accogliamo con favore tutti gli sforzi significativi per porre fine a questa guerra, ma deve essere giusta e duratura, il che significa che gli ucraini, ma anche gli europei, devono essere d’accordo”, sottolinea ancora Kallas, che precisa come gli europei non siano stati coinvolti nell’elaborazione del presunto piano russo-americano: “Non che io sappia”.

Tajani: “Europa parte della trattativa, nessuno è in guerra con la Russia” – L’esigenza di un ruolo autonomo dell’Unione arriva anche da Roma. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Ue, rimarca che l’Europa deve essere “parte” in ogni trattativa di pace sull’Ucraina. “Sono solo indiscrezioni giornalistiche, è difficile commentarle. Quando sarà presentato, faremo un’analisi approfondita”, osserva il titolare della Farnesina. Per Tajani, “l’Europa dovrà svolgere anch’essa un suo ruolo, anche perché l’Europa ha inflitto le sanzioni alla Russia. Per ritirare le sanzioni, deve esserci anche l’accordo dell’Unione Europea. Adesso siamo ancora nella fase delle sanzioni, di non ritirare le sanzioni. Quando finalmente ci sarà la possibilità di sedersi attorno a un tavolo, lavoreremo tutti per raggiungere la pace. Questo è l’obiettivo finale: noi lavoriamo tutti per la pace”. Il ministro ribadisce che nessuno, in Occidente, si considera “in guerra con la Russia”, ma ricorda che “la Russia è il Paese che ha invaso l’Ucraina: c’è un aggressore e un aggredito, questo dobbiamo sempre ricordarlo. Occorre sostenere l’Ucraina, nella speranza che si possa, quanto prima, arrivare a un cessate il fuoco, dopo un incontro tra le parti”. L’Europa, conclude, “dovrà essere parte della trattativa, anche perché l’Ucraina rappresenta anche una barriera alla sicurezza per l’Europa. Se cade l’Ucraina, aumentano i rischi per l’Europa. E questo non possiamo assolutamente accettarlo”.

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