Milano, scontro tra auto e suv: video social scagionano il 20enne, vittima di una “bufala”

di Redazione

La notte di velocità in viale Fulvio Testi, a Milano, è finita contro una barriera di lamiere contorte: una Mercedes G Brabus spezzata in due, una Opel Corsa distrutta, un ragazzo di 19 anni morto, una donna gravissima e un’intera comitiva travolta per sempre da quello schianto. Ora, per l’ipotesi di omicidio stradale, risultano indagati sia il 23enne che era alla guida del suv, sia il 32enne al volante dell’utilitaria, mentre un 20enne inizialmente indicato come conducente del bolide viene progressivamente “scagionato” da una serie di video comparsi sui social e acquisiti dagli inquirenti.

I video e la scarpa tra i rottami – Sono almeno un paio le clip che, da domenica, rimbalzano sui social e che oggi pesano come un elemento centrale nell’inchiesta. Le immagini mostrano il 20enne correre verso il maxi suv spezzato in due, insieme ad alcuni passanti, e disperarsi gridando: “Ci sono i miei amici che stanno morendo”. Lo si vede tentare di aprire le portiere e poi prendere a calci un finestrino per cercare di aprirsi un varco nell’abitacolo accartocciato della Mercedes G Brabus, un suv da oltre 700 cavalli e dal valore stimato intorno al mezzo milione di euro. In quell’azione concitata perde una sneaker, ritrovata poco dopo tra i rottami del veicolo. Proprio quelle sequenze, unite all’assenza di ferite compatibili con un urto di tale violenza, hanno convinto gli inquirenti a rivedere la prima ricostruzione che lo indicava come conducente del mezzo noleggiato. I video, ora al vaglio della Procura, vengono incrociati con i rilievi eseguiti sul posto per fissare tempi, movimenti e posizioni di tutte le persone coinvolte.

La posizione del 20enne – Il giovane, che abita a pochi chilometri dal luogo dell’impatto, è stato ascoltato subito dagli agenti della polizia locale perché un passante lo aveva indicato come la persona alla guida del suv. Davanti ai vigili ha raccontato di essere arrivato sul posto dopo l’incidente, dichiarando inizialmente di aver preso un tram: versione poi smentita dagli accertamenti. Il 20enne è risultato positivo all’etilometro e questo elemento aveva alimentato i sospetti sul suo ruolo. Ora però la nuova prova video, sommata alla mancanza di lesioni riconducibili a un impatto di quell’entità, porta gli investigatori a escludere che fosse a bordo al momento dello schianto, nonostante le macchie di sangue sui suoi abiti. Resta comunque da chiarire se abbia trascorso la serata con gli amici che viaggiavano sulla Mercedes e se sia sceso dal suv poco prima della collisione.

Chi era alla guida del suv – Secondo le prime risultanze, al volante della Mercedes G Brabus c’era con ogni probabilità Enrico R., 23 anni, patentato e incensurato, che aveva preso a noleggio il veicolo di lusso da una società specializzata. Il giovane ha dichiarato agli agenti di essere stato lui alla guida al momento dell’incidente ed è stato sottoposto ad alcol test in pronto soccorso: dalle prime analisi risulta positivo ad alcol e droga, ma gli esiti dovranno essere confermati da ulteriori esami specifici. A bordo con lui c’erano il 19enne Pietro Silva Orrego, morto nello schianto, e una 30enne, S.T., rimasta gravemente ferita. La donna è stata ricoverata d’urgenza e sottoposta a intervento chirurgico: al momento sarebbe fuori pericolo, ma la prognosi resta riservata.

L’altro conducente indagato – Nell’impatto è rimasta coinvolta anche una Opel Corsa guidata da L.C., 32 anni, originario di Napoli, trasportato in ospedale in codice giallo. Anche lui, incensurato, è risultato positivo al pre-test per le droghe. Nel registro degli indagati per omicidio stradale la Procura intende iscrivere sia il 23enne alla guida del suv sia il 32enne dell’utilitaria, nel fascicolo affidato al pubblico ministero Giancarla Serafini, che coordina gli accertamenti della polizia locale.

Le ipotesi sulla dinamica – Lo scontro è avvenuto all’incrocio tra viale Fulvio Testi e viale Esperia, alla periferia nord di Milano. Secondo la Procura, il suv e la Opel procedevano a velocità sostenuta. Le ipotesi al vaglio sono quelle di una precedenza non rispettata, di un semaforo bruciato o di una manovra azzardata. Entrambi i veicoli si sono accartocciati e hanno preso fuoco; la Mercedes si è addirittura spezzata in due. Dai primi riscontri, il suv risulterebbe già coinvolto in un altro grave incidente avvenuto circa un anno fa. Gli investigatori stanno setacciando le immagini delle telecamere della zona per chiarire l’esatta dinamica e le responsabilità. All’incrocio è presente una sola telecamera pubblica, con obiettivo brandeggiante, che al momento non avrebbe ripreso l’istante dello schianto.

Le analisi sui dispositivi di bordo – Per completare il quadro, oltre alle telecamere di sicurezza, sarà decisiva anche l’analisi del gps installato sulla Mercedes G Brabus, chiamato a restituire dati su velocità e traiettoria nei secondi che hanno preceduto l’impatto. Incrociando i tracciati elettronici con i rilievi effettuati sulla strada e con i filmati amatoriali diffusi sui social, Procura e polizia locale puntano a ricostruire passo dopo passo la corsa del suv e dell’Opel Corsa, fino all’ultimo metro prima di quello schianto che ha spezzato la vita di un diciannovenne e aperto un fascicolo per omicidio stradale a carico dei due conducenti.

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