Epstein files, pubblicate nuove mail: il nome di Trump ricorre più volte

di Redazione

Una nuova ondata di documenti scuote Washington: i democratici della Camera, oggi hanno diffuso una serie di mail di Jeffrey Epstein in cui, più volte, compare Donald Trump. In uno scambio indirizzato a Ghislaine Maxwell, il finanziere – morto suicida in cella nel 2019 – scrive che una delle sue vittime avrebbe “trascorso ore a casa mia” con Trump. La divulgazione alimenta il braccio di ferro politico sulla gestione dei cosiddetti “Epstein files” e riaccende le domande sui rapporti tra l’ex amico e il tycoon.

Le nuove mail – Tra i messaggi spicca la risposta di Maxwell: “Stavo pensando a questo”, annota, mentre – secondo i media americani – si prepara a chiedere una riduzione di pena all’amministrazione Trump, con cui la scorsa estate avrebbe avuto contatti ottenendo un miglioramento delle condizioni di detenzione.

I passaggi chiave – In una mail del 2 aprile 2011 a Maxwell, di cui la Cnn pubblica una copia, Epstein scrive: “Voglio che tu capisca che il cane che non ha abbaiato è Trump”. Segue un omissis sul nome di una vittima che “ha trascorso ore con lui a casa mia, lui non è mai stato menzionato”. I deputati dem spiegano di aver oscurato l’identità della ragazza per tutelarla. La Cnn precisa che “il contesto del messaggio non è immediatamente chiaro”.

Gli scambi con Wolff – Tra i documenti figurano le mail tra Epstein e il giornalista Michael Wolff: nel 2019, durante il primo mandato di Trump, Epstein sostiene che il bando da Mar-a-Lago sarebbe stato raccontato in modo fuorviante (“Trump ha detto che ha chiesto di dimettermi, ma non sono mai stato un membro”), aggiungendo: “Ovviamente sapeva delle ragazze, visto che chiese a Ghislaine di smettere”. Un ulteriore scambio risale al 2015: “Ho sentito che la Cnn vuole chiedere a Trump della sua relazione con te”, scrive Wolff. Alla richiesta di un suggerimento su cosa rispondere, replica: “Se dice che non è mai stato sull’aereo o a casa, questo ti dà un importante asset politico e di immagine”; poi ipotizza anche che il candidato potesse difendere Epstein come vittima della “political correctness”.

Le reazioni politiche – Per i democratici della commissione Vigilanza, le mail, selezionate da migliaia di documenti arrivati alla Camera, aprono nuovi interrogativi. “Queste nuove mail sollevano ampie domande su cosa altro sta nascondendo la Casa Bianca e la natura delle relazioni tra Epstein e il presidente”, afferma Robert Garcia, capogruppo dem. Il dossier è destinato a incendiare Capitol Hill, anche per la marcia indietro dell’amministrazione sulla promessa di pubblicare integralmente i file, scelta che ha provocato proteste nella base trumpiana e tra alcuni repubblicani.

Le smentite – Trump ha sempre negato di conoscere o essere coinvolto nelle attività di traffico sessuale di Epstein: ammise l’amicizia negli anni novanta e nei primi duemila, poi la rottura nel 2004. Maxwell, in un colloquio con Todd Blanche, oggi vice ministro della Giustizia e già avvocato personale di Trump, ha sostenuto di “non aver mai visto il Presidente in una situazione inappropriata” e di ricordare Trump non nella casa di Epstein, ma solo in contesti sociali comuni. Le mail rese pubbliche risalgono tutte a dopo l’accordo del 2008 con la magistratura della Florida, quando Epstein patteggiò per favoreggiamento della prostituzione minorile e scontò 13 dei 18 mesi in un carcere a minima sicurezza.

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