Perquisizioni negli uffici del Servizio per l’azione esterna dell’Unione europea (Seae) e del Collegio d’Europa a Bruges, in Belgio, nell’ambito di un’indagine su un presunto uso improprio di fondi comunitari che scuote il cuore dell’establishment europeo. Tra le persone fermate figura Federica Mogherini, 52 anni, ex Alta rappresentante dell’Ue, ex ministra per gli Affari esteri del governo Renzi e oggi rettrice del Collegio d’Europa. Con lei, tra i tre fermati per interrogatorio, c’è anche Stefano Sannino, 65 anni, già segretario generale del Seae e attualmente direttore generale della Direzione generale della Commissione europea per il Medio Oriente e il Nord Africa.
L’inchiesta e le ipotesi di reato – Secondo quanto emerge, le operazioni hanno portato al sequestro di documenti e all’esecuzione di tre fermi per essere ascoltati dagli inquirenti. Le ipotesi di reato al centro dell’indagine sono frode negli appalti pubblici, corruzione e conflitto di interessi di natura penale, tutte legate a un presunto utilizzo irregolare di fondi europei. Le perquisizioni hanno interessato sia il Seae, il braccio diplomatico dell’Unione, sia il Collegio d’Europa di Bruges, storica “scuola di formazione” per generazioni di funzionari e quadri comunitari.
L’affondo di Mosca – La vicenda è stata immediatamente utilizzata dalla Russia per attaccare Bruxelles. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata dall’agenzia Tass, ha commentato così l’indagine che coinvolge Mogherini: “L’Ue preferisce ignorare i propri problemi di corruzione, ma fa costantemente la predica agli altri”. Zakharova ha aggiunto che nell’Unione “milioni di euro fluiscono attraverso i ‘canali della corruzione’ verso Kiev, e questo ‘va avanti da anni ed è sotto gli occhi di tutti’”.
Le critiche da Budapest – Duro anche il commento dall’Ungheria. Il portavoce del governo, Zoltan Kovacs, su X ha scritto: “Un altro giorno, un altro ‘shock’ scandalo Ue. La polizia belga fa irruzione all’alba nello Seae e al Collegio d’Europa? Documenti sequestrati, arresti effettuati, sul tavolo corruzione e frode negli appalti. La prestigiosa ‘scuola di perfezionamento’ dell’Ue per gli eurocrati ora sotto inchiesta per presunto accesso privilegiato ai bandi? Non te lo inventeresti nemmeno. Divertente come Bruxelles faccia la predica a tutti sullo ‘stato di diritto’ mentre le sue stesse istituzioni sembrano più una serie poliziesca che un’unione funzionante”.
La posizione del Collegio d’Europa – In una nota ufficiale, il Collegio d’Europa fa sapere di essere stato informato “delle azioni investigative intraprese dalla Procura Europea” con perquisizioni “presso la sede del nostro campus di Bruges”. L’istituto sottolinea che “collaborerà pienamente con le autorità nell’interesse della trasparenza e del rispetto del processo investigativo”. Il Collegio ribadisce di rimanere “impegnato a rispettare i più elevati standard di integrità, correttezza e conformità, sia in ambito accademico che amministrativo” e di adottare “le misure necessarie per garantire la continuità” delle proprie attività. Nessun ulteriore commento viene rilasciato, “per non pregiudicare l’indagine”.
La nuova direttiva anticorruzione – Sullo sfondo del caso si registra intanto l’intesa politica tra Consiglio e Parlamento europeo sulla nuova direttiva anticorruzione. L’accordo provvisorio definisce gli standard minimi che gli Stati membri dovranno rispettare nella qualificazione e nella sanzione dei reati di corruzione nei rispettivi codici penali, introducendo misure di prevenzione e norme per rendere più efficaci le indagini e i procedimenti penali. L’intesa dovrà ora essere confermata da entrambe le istituzioni prima dell’adozione formale, in un momento in cui la credibilità delle strutture comunitarie viene messa ulteriormente alla prova dalle inchieste giudiziarie.

