Un filo di carta ha retto per anni una filiera di logistica che, secondo i giudici, poggiava su fatture gonfiate e crediti fiscali mai esistiti. Il 17 ottobre scorso il tribunale di Perugia ha emesso il dispositivo: tutti e sei gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli, con condanne comprese tra 1 anno (e alcuni mesi) e 2 anni e 9 mesi di reclusione.
Il meccanismo— Al centro del processo, un sistema in cui operatori commerciali con sede nel capoluogo umbro e in comuni limitrofi — tra cui una realtà in franchising collegata a corrieri di rilevanza nazionale — appaltavano logistica e trasporti a un consorzio privo di maestranze. Quest’ultimo subappaltava a una costellazione di srl semplificate e cooperative dalla vita breve (due o tre anni), scarsamente capitalizzate e senza una struttura reale. In testa, prestanome nullatenenti e lontani dalla gestione; alla base, decine di lavoratori (autisti, facchini, magazzinieri) formalmente assunti da quelle società di passaggio.
Le indagini— Gli accertamenti svolti all’epoca dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Perugia hanno ricostruito una fittizia interposizione societaria: le cooperative precostituivano crediti inesistenti verso l’Erario per far risultare, solo sulla carta, la regolarità contributiva e fiscale della filiera, mentre le imprese umbre beneficiarie utilizzavano le prestazioni dei medesimi lavoratori.
Sequestri e definizioni— Agli imputati sono stati contestati i reati di emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e di indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Nel corso delle indagini era stato chiesto il sequestro preventivo per oltre 3 milioni di euro; il gip, nel novembre 2021, ne dispose il vincolo e oltre 1 milione di euro venne effettivamente sequestrato. Nel frattempo, i principali operatori economici hanno definito la pendenza in via amministrativa, versando complessivamente oltre 1,4 milioni di euro tra imposte, interessi e sanzioni: da qui il dissequestro disposto dal Tribunale, con utilizzo delle somme esclusivamente per il pagamento del residuo dovuto e restituzione dell’eventuale eccedenza agli aventi diritto.
Il verdetto— Dopo l’istruttoria dibattimentale svoltasi tra luglio e settembre, il collegio è arrivato alla condanna di tutti gli imputati. Le pene, calibrate in base ai ruoli contestati, vanno da 1 anno (con alcuni mesi) fino a 2 anni e 9 mesi di reclusione. IN ALTO IL VIDEO