Napoli, “Return” affronta la prevenzione e gestione dei rischi naturali

di Redazione

Alla Stazione Marittima di Napoli, il progetto Return chiude il suo percorso triennale portando in città la sintesi più avanzata delle ricerche italiane su multirischio, vulnerabilità e resilienza dei territori nell’epoca dei cambiamenti climatici. Finanziato dal Pnrr e coordinato dall’Università Federico II, il partenariato rappresenta la più ampia alleanza scientifica nazionale dedicata allo studio integrato dei rischi naturali e antropici, in un contesto in cui eventi estremi come frane, alluvioni e ondate di calore hanno assunto frequenza e intensità crescenti.

Gli obiettivi del progetto Return – Al termine delle attività, Return presenta i principali risultati degli studi e degli strumenti sviluppati per rafforzare capacità di previsione, prevenzione e gestione delle criticità. Nel corso dell’evento, il presidente della Fondazione Return, Andrea Prota, ha spiegato: “Un momento per tirar fuori i prodotti principali che sono prodotti che noi abbiamo sviluppato per i cosiddetti stakeholder, quindi per gli enti pubblici ma anche per le imprese private che si occupano in generale di previsione, prevenzione, monitoraggio e gestione dei rischi”. A sottolineare la struttura multidisciplinare della ricerca è il responsabile scientifico del progetto, Domenico Calcaterra: “Il partenariato si occupa dei rischi naturali, ambientali ed antropici con l’obiettivo di produrre degli strumenti di interpretazione e analisi delle varie tematiche di pericolosità e rischio”.

Resilienza urbana e nuove prospettive – Il progetto si inserisce in un quadro in cui le città, sempre più dense e complesse, diventano gli spazi più esposti alle conseguenze della crisi climatica. Il sindaco di Napoli e presidente Anci, Gaetano Manfredi, lo ha messo in evidenza: “Tema di grande modernità, di grande interesse per le città perché nei sistemi urbani che sono sempre più complessi la propensione al rischio diventa sempre più importante”. Il ruolo della Federico II è stato ribadito dal rettore, Matteo Lorito, che ha puntualizzato: “Abbiamo scelto, come Federico II, di essere i coordinatori di questo programma che guarda alla resilienza dei territori, cioè ad aumentare la capacità dei territori di sostenere grossi impatti”. IN ALTO IL VIDEO

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