Ha spezzato il braccialetto elettronico e ha lasciato casa prima che scattasse il trasferimento in carcere: è evaso il casertano Maurizio Ammendola, condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi come vertice del “Nuovo Ordine di Hagal”, formazione neonazista e suprematista attiva tra Napoli e Caserta. La notizia è stata anticipata dal Mattino.
La fuga – L’evasione è avvenuta martedì 30 settembre, prima delle ore 4. Poche ore prima Ammendola aveva saputo che la Corte di Cassazione aveva dato il via libera all’inasprimento della misura cautelare richiesta dalla Procura di Napoli: dai domiciliari al carcere. Ha quindi anticipato il blitz, abbandonando l’abitazione di Maddaloni (Caserta). È ricercato per evasione.
Il procedimento e le condanne – Ammendola era stato condannato lo scorso dicembre dalla Corte d’Assise di Napoli a 5 anni e 6 mesi. Stessa pena per Michele Rinaldi; Gianpiero Testa a 3 anni e 6 mesi; Massimiliano Mariano a 3 anni. Alla fine del primo grado è stata disposta la scorta per il pubblico ministero Claudio Orazio Onorati, titolare dell’inchiesta insieme al magistrato della Direzione nazionale antimafia Antonello Ardituro e al capo della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo Gianni Melillo. Dopo la fuga è possibile un rafforzamento delle misure di protezione per Onorati, applicato in Corte d’Appello per seguire il secondo grado: l’inizio del processo è fissato per lunedì 7 ottobre.
La rete e i piani contestati – Secondo le indagini, il “Nuovo Ordine di Hagal” faceva proselitismo in Campania e coltivava contatti frequenti con formazioni ucraine ultranazionaliste, tra cui Battaglione Azov, Pravi Sector e Centuria, anche in vista di possibili reclutamenti. Il gruppo era impegnato in addestramento paramilitare all’estero, con corsi di combattimento corpo a corpo e con armi corte e lunghe. Tra i progetti ipotizzati figuravano un attentato alla caserma dei carabinieri di Marigliano (Napoli) e un attacco, con colpi di bazooka, a un centro commerciale nell’area nolana.
Le regole di affiliazione – In un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Napoli Federica De Bellis sono state descritte le regole di ingresso: dal “morire per la causa” al “preferire il suicidio alla delazione”, fino all’obbligo di “sopportare la tortura” e “affrontare l’eventuale arresto senza tradire il Movimento”. L’iscrizione prevedeva una quota di 30 euro su carta Postepay e un periodo di formazione prima della scalata interna. Negli atti sono stati trovati documenti come “I valori fondamentali dell’ordine naturale di Hagal” e il “Questionario per l’ingresso nell’Ordine naturale di Hagal”.
Il rito iniziatico e l’attivismo no vax – Un file sequestrato a Ammendola descrive il “Patto sacro di Hagal”, da celebrarsi a San Felice, borgo medievale abbandonato nel Casertano, davanti a una chiesa sconsacrata, con simboli come il “Sacro Sole Nero” e un testo esplicativo sul “Sistema iniziatico e rituale”. Tra il 2020 e il 2021 i membri hanno aderito alle teorie no vax, sfruttando l’onda dei movimenti contro le restrizioni anti Covid e la campagna vaccinale.
Le tappe giudiziarie e lo scenario – L’organizzazione era stata smantellata nel 2022 con arresti che avevano coinvolto Ammendola (42 anni, di Maddaloni), Rinaldi (47, Avellino), Mariano (46, Castellammare di Stabia) e Testa (25, Marigliano). Uno dei dieci indagati risulta irreperibile in Ucraina, dove combatte contro la Russia. Dopo la decisione della Cassazione sull’inasprimento della misura, la fuga di Ammendola sposta ora il baricentro sulla caccia all’evaso e sulla sicurezza dei magistrati in vista dell’appello del 7 ottobre.