Mondragone (Caserta) – Un affondo frontale sul dissesto finanziario e sulla gestione del post-fallimento. Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune punta il dito contro il sindaco Lavanga (con richiami anche a Zannini e Pacifico), imputandogli la responsabilità politica e amministrativa del tracollo e denunciando ulteriori criticità su riscossione Tari, avvio del risanamento e rispetto degli adempimenti dell’Organo straordinario di liquidazione.
Le accuse di Ambc – «Sul fallimento nel quale Lavanga, Zannini e Pacifico hanno fatto sprofondare il comune di Mondragone, l’attuale Sindaco continua a non “raccontarla giusta”. Sicuramente l’enorme mole di debiti ai quali non si è stati più in grado di far fronte, è stata accumulata negli anni, ma Lavanga è un vecchio amministratore e, quindi, il suo contributo al fallimento è stato determinante».
Il Piano di riequilibrio e le bocciature – L’associazione sostiene che, pur a fronte di «30milioni di debiti», l’ente avrebbe potuto evitare il dissesto ricorrendo al Piano di riequilibrio «come è avvenuto ed avviene in centinaia di Comuni». Ambc imputa a Lavanga di aver «temporeggiato per 5 anni (gli anni in cui è stato Vicesindaco di Pacifico)» e di essere poi giunto «con colpevole ritardo» a prendere atto del disavanzo senza riuscire a presentare «un decente Piano di riequilibrio». «La Corte dei conti della Campania (prima) e le Sezioni Riunite della Corte dei conti (dopo) hanno sonoramente bocciato la proposta di Piano che Lavanga aveva messo in piedi, anche spendendo un bel po’ di risorse pubbliche per consulenti da lui autonomamente scelti. Quindi, il dissesto è responsabilità esclusiva del sindaco Lavanga, che per incapacità si è fatto bocciare il Piano di riequilibrio. Una responsabilità gravissima che avrebbe dovuto portarlo alle dimissioni».
Le responsabilità sul debito – Per Ambc, la massa debitoria avrebbe «responsabilità certamente più diffuse», ma «Lavanga è uno dei maggiori responsabili, perché tale debito si è accumulato anche negli anni in cui è stato Consigliere comunale, Assessore municipale, Vicesindaco e Sindaco». E aggiunge: «Non prendere atto di tutto ciò, non ammettere le proprie responsabilità e non arrivare alle dovute conseguenze è un’offesa inaccettabile per la Città».
Cinque anni senza riequilibrio – L’associazione afferma di aver «denunciato che per 5 anni Lavanga vicesindaco e Pacifico sindaco, pur avendo i Revisori dei conti ripetutamente e formalmente proposto il ricorso al Piano di riequilibrio, hanno fatto finta di niente e hanno aggravato così ulteriormente il debito (su questo stiamo mettendo a punto un esposto alla Corte dei conti)». E sul percorso verso il dissesto: «Anche quando sono stati costretti a dichiarare fallimento, lo hanno fatto sminuendo il disastro che hanno combinato e cercando in tutti i modi di procrastinare il necessario (e doloroso) avvio del risanamento. Non solo, ma dalla dichiarazione formale del dissesto stanno continuando a fare ciò che hanno sempre fatto, accumulando cioè altro debito».
Tari e riscossione – Focus sulla copertura del servizio rifiuti: «Cosa è stato messo in piedi per cercare di recuperare nel 2025 tutti i 6milioni e 500mila euro della TARI per pagare il servizio di nettezza urbana? Stiamo parlando di un servizio (per altro erogato in modo pessimo) che deve essere totalmente a carico dei cittadini, ma che – a causa di un’elevata e cronica evasione che Lavanga continua a non essere capace di fermare – continua a produrre debito».
L’OSL e gli adempimenti di legge – Ambc segnala opacità sulle procedure post-dissesto: «Ci sfuggono le motivazioni tecnico-giuridiche (che sicuramente ci sono, anche se non comunicate alla Città) che non hanno portato l’Organo Straordinario di Liquidazione-OSL a dare avviso – entro 10 giorni dalla data del suo insediamento – mediante affissione all’albo pretorio ed anche a mezzo stampa, dell’avvio della procedura di rilevazione delle passività dell’ente locale. Nella pagina del sito web del comune di Mondragone dedicata all’attività dell’OSL ad oggi non c’è nulla. Si tratta di un adempimento previsto dall’art. 254 comma 2 del TUEL e l’OSL, come è noto, si è insediato a metà luglio scorso».
Laicità delle ricorrenze civili – L’ultima stoccata riguarda il cerimoniale cittadino: «Il Sindaco Lavanga non può portare ogni ricorrenza civile all’altare: anche l’82° Anniversario dell’eccidio dei Martiri delle Cementare si trasferirà in Chiesa, in barba al principio di laicità dello Stato. Incominciano ad essere un po’ troppe le volte che la sfera civile e quella religiosa per colpa di Lavanga vanno a sovrapporsi, a coincidere. Vorremmo ricordare a questo Sindaco che le ricorrenze civili sono legate alla storia nazionale (o della Comunità, come in questo caso) e alla cittadinanza, mentre quelle religiose appartengono alla sfera privata».