Cesa, Migliaccio lascia la maggioranza: “Collegialità solo a parole, deleghe ritirate senza confronto Pd”

di Redazione

Cesa (Caserta) – Ha deciso di uscire dal gruppo di maggioranza Nuova Primavera Cesana, l’avvocato Gina Migliaccio, consigliera comunale di Cesa, che ora mette in fila motivi e retroscena, parlando di “atteggiamenti e comportamenti irrispettosi e scorretti”, di collegialità “sbandierata ma non praticata”, fino all’episodio che l’ha vista fuori dalla Giunta dopo il ritiro della delega al Bilancio da parte del sindaco Enzo Guida.

La rottura con la maggioranza – “Dopo l’ennesimo contrasto e l’ennesima divergenza con il sindaco pro tempore non me la sono più sentita di continuare a sopportare atteggiamenti e comportamenti irrispettosi e scorretti”, scrive Migliaccio in una nota. Una scelta, precisa, “né facile né dettata da una semplice controversia o da un impeto emotivo”.

Le accuse: visibilità e versioni distorte – La consigliera denuncia “iniziative scaturite più per soddisfare una smania di protagonismo e di like sui social che per concrete motivazioni o reali convinzioni”, oltre a “versioni che non rispecchiavano la verità dei fatti” diffuse “per mettere in difficoltà alcuni e creare tensioni all’interno della maggioranza”. E punta il dito contro una visibilità “pompata” per alcuni e ridotta per altri “accampando motivazioni che nemmeno all’asilo”. Una prassi che paragona alla “Fattoria degli animali” di Orwell: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

Deleghe ritirate e uscita dalla Giunta – Il passaggio considerato “sconcertante e sconfortante” riguarda la revoca delle deleghe, “tra cui proprio quella al Bilancio”, seguita dall’estromissione dalla Giunta per avere espresso “perplessità e obiezioni su alcune scelte politiche e amministrative” che, aggiunge, “svalutavano anche il mio ruolo di assessore al Bilancio”.

Il nodo Pd locale – Migliaccio definisce “ancora più anomalo” quanto accaduto se, come sostiene, il tutto “sarebbe avvenuto all’insaputa del coordinamento del locale circolo del Pd”, partito di cui è tesserata. Da qui l’interrogativo: “Perché il Pd cesano accetti questo ruolo di passiva subalternità a decisioni, atteggiamenti e comportamenti che lo sviliscono e che provocano fratture al suo interno e confusione tra elettori e simpatizzanti”.

“Resto in Consiglio e continuerò a parlare” – Pur fuori dall’esecutivo, la consigliera rivendica il mandato elettivo: “Un sindaco pro tempore può solo decidere di nominarti o meno assessore ma è il popolo, titolare unico e vero della sovranità, che ti elegge a rappresentarlo nel Consiglio comunale”. Per questo assicura di voler “mantenere fede all’impegno” preso con gli elettori, “continuare a lavorare per la mia comunità” e “dire la mia ogni volta che riterrò di doverlo fare, senza timore e senza mai scegliere la comoda strada del silenzio dettato da calcoli opportunistici, da ambizioni o, peggio, da servile compiacenza”.

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