Ilaria Salis, commissione UE respinge revoca immunità: ora si attende decisione plenaria

di Redazione

La Commissione giuridica del Parlamento europeo ha respinto, a voto segreto, la richiesta dell’Ungheria di revocare l’immunità parlamentare all’eurodeputata italiana Ilaria Salis, eletta con Alleanza Verdi e Sinistra. Il verdetto, espresso a Bruxelles martedì, non è definitivo ma pesa politicamente: per prassi l’Aula tende a confermare l’indicazione della Commissione. La votazione finale è attesa a Strasburgo il 7 ottobre.

Il voto e il percorso procedurale – L’esito in Commissione giuridica non chiude il dossier ma orienta il successivo passaggio in plenaria, che si esprimerà con voto palese sulla richiesta di Budapest. In caso di conferma, l’immunità resterà in vigore; in caso contrario, l’autorità ungherese riacquisirebbe piena libertà d’azione sul procedimento.

L’allarme di Salis – Nel frattempo Ilaria Salis alza il livello di guardia: se l’immunità fosse tolta, verrebbe sottoposta a una «persecuzione politica» e a «condizioni detentive disumane» da parte del governo ungherese.

La reazione di Budapest – Durissima la controreplica del governo di Viktor Orbán. Il portavoce Zoltan Kovacs, su X, scrive: «È incomprensibile e scandaloso che l’Eurocamera legittimi il terrorismo di estrema sinistra. Salis e i suoi si sono recati in Ungheria con l’obiettivo premeditato di picchiare a caso la gente per strada, per convinzione politica. Non è una questione politica, ma di terrorismo». E aggiunge: «I compagni di Bruxelles stanno facendo di tutto per farla sfuggire alle sue responsabilità. Difendendo la sua immunità, non solo giustificano un criminale, ma danno rifugio a un terrorista. Non dimenticheremo e non ci arrenderemo. È una criminale pericolosa, merita di essere in galera».

Il quadro politico e giuridico – Il caso si colloca in una dinamica intrecciata: da un lato il diritto parlamentare europeo che tutela i membri eletti, dall’altro le tensioni tra istituzioni Ue e Budapest e le accuse rivolte al sistema giudiziario ungherese. La scelta della Commissione giuridica invia un segnale, ma sarà l’Aula del 7 ottobre a mettere il sigillo definitivo.

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