La riunione della coalizione dei volenterosi a Parigi si è conclusa con un messaggio forte e chiaro: l’Europa intende proseguire il sostegno all’Ucraina anche oltre la fine del conflitto, puntando su garanzie di sicurezza immediate e durature. Ma dalla Russia arriva un secco rifiuto: per il Cremlino, qualsiasi presenza militare occidentale in Ucraina o ai confini sarà trattata come una “minaccia diretta” e dunque un “bersaglio legittimo”.
Mosca alza il livello dello scontro – Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, le misure annunciate dagli Stati europei rappresentano un ostacolo alla risoluzione del conflitto. “Gli europei non stanno contribuendo affatto, il centro di tutte le loro azioni è ciò che è antirusso”, ha dichiarato. Vladimir Putin, da parte sua, è andato oltre: “Se contingenti stranieri dovessero comparire in Ucraina, soprattutto ora durante i combattimenti, partiamo dal presupposto che saranno obiettivi legittimi”. Il presidente russo ha inoltre ribadito che “la presenza di truppe Nato in Ucraina è la causa primaria del conflitto” e che Mosca non può accettare alcuna garanzia di sicurezza imposta da potenze straniere.
Zelensky: “Le garanzie devono scattare subito” – In videocollegamento dal Forum Teha di Cernobbio, Volodymyr Zelensky ha chiesto che le garanzie di sicurezza promesse a Kiev entrino in vigore “subito, senza attendere la fine dei combattimenti”. Ha definito “importante” l’impegno assunto da 26 Paesi europei, sottolineando che tali garanzie non sono solo militari ma anche economiche. “L’armata ucraina è formata da 800mila persone ed è la più grande in Europa. Se l’armata è forte, il continente non è in pericolo”, ha affermato.
Il ruolo dell’Italia e le divergenze europee – Emmanuel Macron ha annunciato che i 26 Stati membri della coalizione sono pronti a inviare truppe in Ucraina come forza di riassicurazione già dal giorno successivo alla firma di un eventuale accordo di pace. Ma non tutti condividono questa linea. Giorgia Meloni ha ribadito “l’indisponibilità dell’Italia a inviare soldati”, posizione condivisa anche dalla Polonia. Più cauta la Germania, che ha dichiarato di voler decidere “una volta chiarite le condizioni quadro”. Zelensky ha comunque elogiato il ruolo di Roma: “L’Italia ha un ruolo molto attivo nella coalizione dei volenterosi. Apprezziamo moltissimo che il popolo italiano supporti il popolo ucraino”.
Trump apre al dialogo, Mosca rilancia i colloqui – In parallelo, si intensificano le aperture diplomatiche. Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti, ha dichiarato: “Parlerò con Putin, abbiamo un buon dialogo”. Il Cremlino ha confermato la possibilità di un secondo round di colloqui tra Putin e Trump, e ha rilanciato l’idea di un vertice trilaterale con la presenza anche di Zelensky. Tuttavia, Mosca considera la propria capitale l’unico luogo idoneo all’incontro: “Se ci dicono che dovremmo andare da qualche parte, crediamo che queste richieste siano semplicemente eccessive”, ha detto Putin. Il presidente ucraino avrebbe respinto l’invito, secondo quanto riferito da Peskov.
Ipotesi “articolo 5” europeo – Tra le proposte discusse, torna sul tavolo anche l’ipotesi di un meccanismo difensivo ispirato all’articolo 5 della Nato, su iniziativa della premier italiana. L’idea prevede che un’aggressione all’Ucraina venga trattata come una minaccia alla sicurezza collettiva dei Paesi firmatari. Fonti vicine al dossier confermano che se ne discuterà nelle prossime settimane tra i consiglieri per la sicurezza nazionale dei Paesi coinvolti.
Energia e strategia a lungo termine – L’Unione europea intende sganciarsi definitivamente dall’energia russa. Il commissario per l’Energia, Dan Jorgensen, ha affermato a Copenaghen: “Vogliamo interrompere le importazioni il più rapidamente possibile. Anche quando ci sarà la pace, non importeremo mai più nemmeno una molecola di energia russa”.
Putin: “Russia aperta alla cooperazione, ma no al protezionismo” – In un passaggio dedicato ai rapporti economici globali, Vladimir Putin ha definito il protezionismo “dannoso” e ha ribadito la volontà di Mosca di collaborare con tutti i Paesi disponibili: “Il mondo moderno è molto interconnesso. Non ne deriverà nulla di buono a chi cerca di isolarsi”.
La pace resta lontana, ma i contatti si intensificano – Nonostante la rigidità delle posizioni, Mosca si dice aperta al dialogo. Peskov ha dichiarato che Putin “non esclude alcuna possibilità” di colloqui, a patto che siano “ben preparati e orientati a risultati concreti”. Tuttavia, la tensione resta alta, e la distanza tra le parti non sembra colmabile nel breve periodo.