Il dialogo sulla pace tra Russia e Ucraina segna un nuovo capitolo: Vladimir Putin ha accettato l’incontro bilaterale con Volodymyr Zelensky, previsto entro fine agosto in una località ancora da definire. A seguire, ci sarà un vertice trilaterale con la mediazione del presidente statunitense Donald Trump, che dopo il summit con i leader europei a Washington ha avuto un colloquio telefonico diretto con il leader del Cremlino.
La diplomazia si muove: Ginevra, Mosca o altrove – “Ginevra potrebbe essere la sede giusta”, ha suggerito il vicepresidente del Consiglio italiano Antonio Tajani, e la Svizzera ha confermato che Putin riceverebbe l’immunità per partecipare alla conferenza di pace, nonostante il mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte penale internazionale. Mosca rilancia però la propria capitale come sede dell’incontro, opzione immediatamente rigettata da Zelensky.
Trump e le garanzie per Kiev – Il presidente statunitense ha escluso categoricamente l’invio di truppe americane sul suolo ucraino: “Avete la mia parola”, ha detto a Fox News. Piuttosto, le garanzie di sicurezza che gli Stati Uniti stanno valutando riguarderebbero un possibile supporto via aerea. Intanto una commissione congiunta tra Washington, Kiev e diversi Paesi europei è al lavoro su una bozza di accordo. Secondo fonti citate da Axios, potrebbero essere coinvolte le forze aeree statunitensi, ma non è prevista alcuna adesione formale dell’Ucraina alla Nato.
Francia e Regno Unito divisi sull’approccio – Restano forti le riserve espresse dal presidente francese Emmanuel Macron: “L’impegno per la pace è necessario, ma dubito della sincerità di Putin”. Il premier britannico Keir Starmer, invece, ha co-presieduto insieme a Macron una conferenza virtuale con oltre 30 leader della coalizione dei Volenterosi. Al termine, Downing Street ha confermato che i team militari europei si coordineranno con quelli statunitensi per fornire solide garanzie di sicurezza e pianificare l’eventuale dispiegamento di una forza di rassicurazione al termine delle ostilità.
Mosca apre al negoziato, ma detta condizioni – “Non rifiutiamo nessun formato, né bilaterale né multilaterale”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, avvertendo però che ogni accordo dovrà includere il riconoscimento degli interessi di sicurezza russi e dei diritti delle popolazioni russofone in Ucraina. In un’intervista a Rossiya 24, Lavrov ha aggiunto che i colloqui in Alaska tra Trump e Putin si sono svolti in un clima “molto positivo” e che l’amministrazione americana ha iniziato ad affrontare la crisi in modo “più approfondito”.
Scambio di prigionieri e ruolo degli Emirati – Sul fronte umanitario, Mosca ha annunciato un nuovo scambio di prigionieri: 246 militari russi sono stati rimpatriati in cambio di altrettanti soldati ucraini. Inoltre, come gesto di buona volontà, 31 prigionieri di guerra ucraini feriti sono stati scambiati con 15 militari russi bisognosi di cure urgenti. Lo scambio è avvenuto con la mediazione degli Emirati Arabi Uniti.
Kiev chiede garanzie rapide – “Entro 10 giorni gli alleati occidentali formalizzeranno le garanzie di sicurezza”, ha annunciato Zelensky, precisando che “la questione dei territori è una decisione tra me e Putin”. In un post su Telegram, il presidente ucraino ha ribadito l’importanza dei colloqui a Washington, definiti “un passo davvero significativo verso la fine della guerra e la sicurezza dell’Ucraina e del nostro popolo”.
Bruxelles al fianco dell’Ucraina – L’Alto rappresentante Ue per la Politica estera Kaja Kallas ha ribadito che l’Unione europea parteciperà attivamente alle garanzie di sicurezza, anche attraverso l’addestramento dei soldati ucraini e il rafforzamento dell’industria della difesa. Il prossimo pacchetto di sanzioni contro Mosca dovrebbe essere pronto entro settembre. “L’unità tra i leader Ue oggi era palpabile”, ha scritto su X.
Attacchi e vittime nel Paese – Mentre si discute di pace, il conflitto sul terreno continua. Secondo la Cnn, almeno otto persone sono morte e 54 sono rimaste ferite in 24 ore a causa degli attacchi russi su diverse città ucraine, da Donetsk a Zaporizhzhia, da Kharkiv a Kherson. Le autorità locali denunciano l’intensificarsi dei bombardamenti anche in aree lontane dalla linea del fronte.