Divieto di dimora nelle province di Frosinone e Latina e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Gianluca Quadrini, consigliere provinciale di Frosinone in quota Forza Italia, già presidente della XV Comunità Montana di Arce. A eseguire l’ordinanza cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, su richiesta della Procura, è stata la Tenenza della Guardia di Finanza di Arce, con il supporto del Gruppo di Cassino. L’inchiesta ruota attorno a ipotesi di truffa e peculato, commessi – secondo l’accusa – in concorso con altri cinque soggetti non colpiti dal provvedimento.
L’indagine sulle cooperative e i fondi pubblici usati per fini elettorali – Coordinata dal procuratore Carlo Fucci e condotta dal sostituto procuratore titolare del fascicolo, l’indagine ha messo in luce una gestione distorta di fondi pubblici affidati, tra il 2019 e il 2023, a una cooperativa con sede ad Anagni per circa 90mila euro, destinati a progetti di promozione e sviluppo territoriale. Secondo quanto emerso, le attività finanziate non sarebbero mai state realizzate o sarebbero state svolte solo in parte e in modo non conforme. Le sei persone incaricate, formalmente impegnate nei progetti, venivano invece utilizzate da Quadrini come segretarie personali, con il compito di curare la sua promozione politica. A copertura dell’operazione sarebbero stati prodotti documenti falsi: fogli di presenza e relazioni fittizie sui lavori svolti.
Lo schema replicato nel 2023 con società partecipate pubbliche – Il meccanismo, secondo gli inquirenti, si sarebbe ripetuto nel 2023 in occasione delle elezioni regionali del Lazio, provinciali di Frosinone e comunali di Arpino. Tre lavoratrici, assunte con contratti a termine da società partecipate della Provincia di Frosinone – A.P.E.F., Frosinone Formazione Lavoro – e dalla Fondazione Logos P.A., non avrebbero svolto le attività previste dai contratti, ma sarebbero state anch’esse impiegate come collaboratrici personali del politico. In totale, avrebbero percepito circa 45mila euro.
Spese legali rimborsate senza titolo – Dall’indagine è emerso anche un episodio di truffa e peculato, in concorso con l’avvocato di fiducia di Quadrini. Dopo l’assoluzione in un procedimento penale legato alla sua carica di commissario liquidatore dell’Ente Montano, Quadrini avrebbe chiesto alla Comunità Montana il rimborso di spese legali che non gli spettavano e che non aveva sostenuto. La richiesta sarebbe stata giustificata con una fattura emessa per l’intera attività difensiva, anche se in realtà altri due legali avevano seguito la fase iniziale del processo senza ricevere compensi. A completare il quadro accusatorio, l’uso privato di due auto della Comunità Montana, con relative schede carburante, utilizzate da Quadrini per gli spostamenti legati alla propria campagna elettorale.
Interrogatorio e chiusura delle indagini – Il 25 luglio scorso il consigliere è stato sottoposto all’interrogatorio preventivo. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino ha accolto la richiesta della Procura, disponendo la misura cautelare. Contemporaneamente, il pubblico ministero ha notificato a Quadrini e ad altri cinque soggetti la conclusione delle indagini preliminari. Nessuno degli altri indagati è stato raggiunto da misure coercitive.