Mondragone, incendio sul Monte Petrino: fiamme partite dall’ex cava Iacobucci

di Massimiliano Ive

Mondragone (Caserta) – Nella mattinata del 6 agosto, intorno alle 6, nell’area ai piedi del Petrino dove il giorno prima era divampato l’ennesimo incendio, restava solo un’impressionante macchia nera e grigia. “Non è rimasto più un albero vivo”, ha esclamato un agricoltore della zona. “Le fiamme sono partite da un piccolo sentiero ubicato presso l’ex cava Iacobucci”, ci hanno segnalato. “Prima la zona era videosorvegliata, poi le hanno fatte scomparire”.

In effetti, il sito dell’ex cava Iacobucci era stato segnalato più volte dal Wwf mesi fa per lo stato di abbandono e per la presenza dei rifiuti. Purtroppo, ci si accorge dell’emergenza ambientale solo quando la città paga in termini di immagine per eventi drammatici ed infausti come quello verificatosi il 5 agosto che ha messo a dura prova persino l’intervento dei Vigili del fuoco, prima con un elicottero e poi con un Canadair. Le foto scattate all’indomani mostrano come sotto la cenere e gli arbusti uccisi c’è qualcosa che brucia ancora e ci vorrà del tempo per porre fine alla combustione. Lo scenario apocalittico degli alberi di ulivo secolari incendiati ricorda quello di qualche girone dantesco. Ma a memoria d’uomo, ci hanno riferito che il monte Petrino da decenni è sotto continuo attacco. È diventato quasi un appuntamento stagionale incendiare o far prendere fuoco alla monte.

Assume i contorni della certezza il fatto che l’incendio sia stato innescato, perché stranamente questa parte del rilievo era scampata ai due precedenti episodi che avevano incenerito l’altro versante. Al comando provinciale dei Vigili del fuoco, comunque, il centralino delle emergenze era rovente e abbiamo appreso che, oltre al caso Mondragone, c’erano altri incendi da domare in provincia di Caserta. Al telefono ci ha risposto un vigile con un tono di voce che palesava lo sconforto. In poche parole, nel giro di alcune ore è stato stilato un vero e proprio bollettino da guerra. Uno degli incendi più ostici da affrontare è stato proprio quello di Mondragone.

In mattinata, dalla strada provinciale Incaldana, ci siamo resi conto, osservando gli effetti del rogo, di quanto sia fragile e pericolosa quest’area di Mondragone che, a questo punto, dovrebbe essere tutelata, a nostro avviso con l’istituzione di un parco naturalistico e archeologico. Al momento, lanciamo questa proposta, ma bisognerà poi col tempo vedere come realizzare tale progetto. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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