Un nuovo progetto di escavazione rischia di riaccendere il conflitto ambientale lungo il confine tra Caserta e Valle di Maddaloni. In località Provine-Pioppi, torna lo spettro delle attività estrattive: nei prossimi vent’anni potrebbero essere scavati oltre 2 milioni e 300mila metri cubi di calcare, sotto l’etichetta di una presunta riqualificazione ambientale. Un’operazione che, secondo ambientalisti e comitati locali, maschera un ennesimo intervento ad alto impatto ambientale e sociale.
Un patrimonio Unesco sotto minaccia – Il progetto, secondo il Wwf Caserta, presenta numerose criticità irrisolte. A partire dalla pericolosa vicinanza all’Acquedotto Carolino, opera vanvitelliana inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco, con almeno tre torrini coinvolti. Non meno allarmante la presenza, nella stessa area, di pozzi strategici per l’approvvigionamento idrico del Comune di Valle di Maddaloni.
Traffico e polveri sulle frazioni – L’intervento rischia di peggiorare la qualità della vita nelle zone pedemontane. Il passaggio quotidiano di centinaia di camion lungo via Giulia e nell’area residenziale di San Clemente – Parco Cerasole solleva timori per l’inquinamento atmosferico, la sicurezza stradale e l’emissione di polveri sottili.
Il precedente del 2013 e l’allarme del Wwf – “La proposta attuale non rappresenta un recupero ambientale, ma un tentativo di prolungare l’agonia di un territorio già martoriato”, denuncia il Wwf Caserta, che torna a chiedere lo stop a ogni nuova escavazione. L’associazione ambientalista ricorda come già nel 2013 il Consiglio Regionale avesse riconosciuto i danni irreversibili provocati da decenni di sfruttamento, proponendo una legge per la chiusura definitiva delle cave e dei cementifici nella zona.
Un progetto calato dall’alto – La denuncia riguarda anche il metodo: il piano è stato presentato in pieno agosto, senza un coinvolgimento reale delle comunità locali, delle amministrazioni comunali, delle associazioni e dei comitati civici. Un approccio definito “inaccettabile” da chi da anni lotta per la difesa del territorio.
Un modello da cambiare – Il Wwf Caserta e il Comitato No Cave chiedono uno stop netto alla politica del consumo del suolo, invocando “progetti coraggiosi di recupero ambientale, capaci di valorizzare il territorio e generare un’economia sostenibile”. “Il nostro territorio – concludono – deve essere tutelato e dimostrare che è capace di futuro”.