Un tavolo di negoziato tra Stati Uniti e Russia si è riaperto oggi ad Abu Dhabi, nel tentativo di definire una possibile via d’uscita diplomatica dalla guerra in Ucraina. L’incontro, confermato da fonti americane citate dalla Bbc, arriva a distanza di poche ore dai colloqui di Ginevra tra Washington e Kiev sul progetto di pace elaborato dall’amministrazione Usa.
Il piano di Washington – La bozza presentata dagli Stati Uniti è stata ridotta dai 28 punti iniziali ai 19 attuali e, secondo fonti americane, sarebbe stata accettata dall’Ucraina. Le parti rimaste in sospeso, considerate “politicamente sensibili”, dovranno essere definite direttamente dal presidente Donald Trump e dal leader ucraino Volodymyr Zelensky. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato che i colloqui con Mosca “stanno andando bene” e che Trump è “fiducioso e ottimista”. Da Kiev, Zelensky ha affermato che “molti degli elementi giusti sono stati presi in considerazione”, pur sottolineando che l’attuale documento “ha poco in comune” con la versione originale ma rappresenta comunque un punto di partenza.
L’attesa dell’incontro Trump-Zelensky – Secondo Andriy Yermak, capo di gabinetto di Zelensky, l’obiettivo del presidente ucraino è incontrare Trump “il prima possibile”, anche durante la settimana del Giorno del Ringraziamento, per negoziare direttamente il capitolo più delicato: le concessioni territoriali. Un funzionario statunitense citato da Axios ha confermato che “gli ucraini hanno accettato l’accordo di pace”, precisando che restano da definire “solo alcuni dettagli minori”. Tuttavia, non è ancora stata fissata una data per il faccia a faccia. Trump lascerà Washington nelle prossime ore per raggiungere Mar-a-Lago, dove resterà fino a domenica.
Le posizioni in Europa e a Mosca – Dal Regno Unito, il primo ministro Keir Starmer ha precisato in Parlamento che “non si tratta di un nuovo accordo”, bensì della conferma da parte di Kiev della bozza discussa a Ginevra, che “non riguarda la questione territoriale”. In Ungheria, fonti giornalistiche ipotizzano per il 28 novembre un incontro a Mosca tra il premier Viktor Orban e Vladimir Putin, indiscrezione che non trova per ora conferme ufficiali. Sul fronte russo, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha contestato l’eventuale modifica del piano americano, sostenendo che Mosca “non accetterà la cancellazione dello spirito di Anchorage”, in riferimento al vertice di Ferragosto tra Putin e Trump. Lavrov ha ribadito che l’unico documento ricevuto dalla Russia è la versione originaria da 28 punti, recapitata “per vie non ufficiali”, e che Mosca attende ora una versione aggiornata concordata con Kiev e gli alleati occidentali.
Missili e droni su Kiev mentre si discute la pace – Nel giorno dei negoziati, l’Ucraina è tornata a fare i conti con un massiccio attacco russo. Potenti esplosioni sono state registrate a Kiev, dove l’allarme missilistico è scattato nelle prime ore del mattino. Secondo il sindaco della capitale, Vitali Klitschko, diverse zone della città sono rimaste senza acqua ed energia. Il ministero dell’Energia ha parlato di un “attacco combinato massiccio” contro le infrastrutture energetiche. Nel quartiere Svyatoshynskyi almeno sei persone sono morte a causa dei bombardamenti, ha riferito il capo dell’amministrazione militare, Timur Tkachenko. Zelensky ha denunciato un’ondata notturna composta da “22 missili di vario tipo e oltre 460 droni”, aggiungendo che alcuni velivoli “sono volati verso Moldavia e Romania”. Il presidente ucraino ha ribadito che “armi e difesa aerea sono essenziali”, esortando i partner occidentali a non interrompere gli aiuti militari.

