Una nuova vita per Santa Restituta, il cuore storico e spirituale di Lacco Ameno, sull’isola di Ischia, pronta a rinascere grazie a un ambizioso progetto di riqualificazione strutturale e valorizzazione culturale. Un intervento da oltre 11 milioni di euro che segna l’avvio di una fase decisiva per la messa in sicurezza e la piena fruizione del sito, simbolo dell’identità ischitana.
Un patrimonio da restituire alla comunità – Il complesso di Santa Restituta, esteso su circa 3mila metri quadrati, comprende la basilica, la casa comunale, la torre e un’area archeologica ipogea. Il programma di recupero è stato illustrato nel corso di un evento pubblico nella basilica, alla presenza di istituzioni, cittadini e media. Tra i partecipanti il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, il commissario straordinario Giovanni Legnini, il direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, il soprintendente Mariano Nuzzo e il vescovo di Pozzuoli e Ischia, monsignor Carlo Villano. La regia dell’intervento è affidata a un tavolo tecnico permanente presieduto dal commissario Legnini, con il contributo della Soprintendenza, del Comune, della Diocesi e dell’Agenzia del Demanio, quest’ultima in qualità di soggetto attuatore. Gli edifici saranno adeguati sismicamente, mentre l’area ipogea diventerà un museo accessibile e integrato nel tessuto urbano.
«La chiusura del Museo e dell’area archeologica di Santa Restituta ha privato la comunità di Ischia e i tanti turisti di un patrimonio reso noto grazie alla passione di don Pietro Monti – ha dichiarato il sindaco Pascale –. Si guarda ora con emozione alla sinergia tra le istituzioni che ha reso possibile l’avvio del progetto. L’area è cruciale per la conoscenza dell’insediamento greco pithecusano e per la diffusione del culto cristiano legato a Santa Restituta». Per consentire le indagini preliminari e l’audit sismico ed energetico, circa 15mila reperti archeologici, risalenti a oltre 3mila anni fa, sono stati trasferiti in 750 cassette dalla Diocesi di Ischia al Museo di Villa Arbusto. I risultati confluiranno nel Documento di Indirizzo alla Progettazione (Dip) per l’affidamento del progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte).
«Si entra finalmente nel vivo della valorizzazione di Santa Restituta – ha spiegato il commissario Legnini –. Dopo la complessa operazione di deposito dei reperti, si apre ora la fase progettuale. Intanto, grazie al virtual tour sarà possibile offrire una prima fruizione del sito a cittadini e turisti». Sul sito santarestitutaischia.com è disponibile materiale informativo e aggiornamenti sullo stato dei lavori. «Il sito racconta le origini dell’isola, dalla preistoria al periodo paleocristiano – ha sottolineato la direttrice del Demanio, Alessandra dal Verme –. Questo progetto è frutto di un grande lavoro congiunto: Commissario, Soprintendenza, Università di Milano, Demanio, Comune e Chiesa. Rigenerare significa rafforzare la memoria, fondamento della cultura mediterranea ed europea». «Il progetto segna l’inizio di un percorso atteso da tempo – ha commentato il soprintendente Nuzzo –. Un intervento che restituisce dignità a un luogo dalle radici profonde, anche in memoria dell’opera appassionata di don Pietro Monti». Per monsignor Villano, «restituire alla comunità un luogo così identitario è un segno concreto dell’impegno a trasmettere la ricchezza storica dell’isola».
Durante l’evento, il progetto è stato illustrato nei dettagli dal sub commissario Gianluca Loffredo, dal vicesindaco Carla Tufano, dal Rup Mario D’Amato e dalla docente Gloria Angela Olcese dell’Università di Milano. Con lo slogan “Custodiamo il passato, progettiamo il futuro”, la campagna di comunicazione accompagnerà cittadini e turisti lungo tutto il percorso di rigenerazione. IN ALTO IL VIDEO