Un evento musicale alla Reggia di Caserta si trasforma in un caso politico internazionale. La presenza del direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev nel cartellone della rassegna Un’estate da Re ha scatenato un’ondata di polemiche.
A prendere posizione, questa volta, è stata Julija Navalnaya, moglie del dissidente russo Aleksej Navalnyj, morto un anno fa in un carcere russo. In un intervento su Repubblica, Navalnaya ha attaccato duramente la scelta degli organizzatori: «Sono semplicemente obbligata a dirlo: c’è un grosso problema con il festival ‘Un’estate da Re’. Perché alla manifestazione è stato invitato Valerij Gergiev, il famoso direttore d’orchestra russo. È un caro amico di Vladimir Putin. Non solo un amico. E non solo un sostenitore. Ma anche un promotore della politica criminale di Putin, suo complice e fiancheggiatore».
Navalnaya ha ricordato anche l’inchiesta pubblicata nel 2022 dalla Fondazione anticorruzione fondata dal marito: «Mostrammo nel dettaglio come per diversi anni Gergiev abbia utilizzato per scopi personali gli ingenti fondi provenienti da una fondazione benefica a lui intitolata. Queste risorse, essenzialmente di proprietà dello Stato russo e destinate a sostenere teatri e giovani talenti, sono state usate per garantirgli una vita agiata». E conclude: «Gergiev non è solo un semplice compagno di strada del regime dittatoriale: ne è parte integrante. Non ha mai condannato Putin per l’invasione dell’Ucraina: questo non è forse sufficiente per non invitarlo mai più ai festival musicali internazionali?».
Il concerto di Gergiev, in programma il 27 luglio, aveva già sollevato polemiche nei giorni scorsi, quando la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, esponente del Partito Democratico, aveva chiesto formalmente la rimozione del direttore dal cartellone. «Gergiev è un noto fiancheggiatore di Vladimir Putin e del regime del Cremlino, non può suonare a Caserta», aveva dichiarato l’eurodeputata. E aveva aggiunto: «Sarebbe davvero una beffa se i fondi europei assegnati alla Campania finissero nelle tasche di un collaboratore di un regime criminale».
La posizione di De Luca – Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha difeso la scelta, ribadendo l’importanza del dialogo attraverso l’arte: «Quello della cultura e dell’arte è uno dei casi nei quali può crescere il dialogo fra le persone e possono svilupparsi i valori di solidarietà umana. Da sempre abbiamo lavorato per valorizzare e favorire l’incontro fra personalità di diversa sensibilità. Abbiamo favorito la presenza di ebrei e palestinesi, di russi e ucraini, cercando di non sovrapporre il piano della politica con quello della cultura. Riteniamo di confermare che la Campania è la regione del dialogo e dell’unione tra i popoli».
Durante la presentazione di Un’estate da Re, il 3 luglio, De Luca aveva già anticipato le possibili critiche: «Quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, c’è stato un momento di stupidità nel nostro Paese, di follia: si stava quasi vietando agli artisti russi di esibirsi in Italia. Ci sono stati problemi alla Scala addirittura. La Russia è Europa. Anche se alcuni esponenti politici americani, la Nato e l’Europa fanno di tutto per spingerla nelle braccia della Cina».
Gergiev e le polemiche in Europa – Non è la prima volta che la figura di Gergiev divide. Nel febbraio 2022, pochi giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il teatro La Scala di Milano lo allontanò su richiesta del sindaco Giuseppe Sala, che gli chiese di prendere posizione contro Putin. Gergiev, in quell’occasione, non commentò.