Francis Kaufmann, il presunto assassino di Villa Pamphili, è rientrato in Italia dopo l’estradizione dalla Grecia. Il volo dell’Aeronautica Militare con a bordo l’uomo, arrestato il 13 giugno scorso, è atterrato poco prima delle ore 12 all’aeroporto di Ciampino. Durante il trasferimento, Kaufmann ha dato in escandescenze prendendo di mira gli agenti di scorta e, all’arrivo, ha continuato a manifestare un comportamento aggressivo, sostenendo di essere stato picchiato e minacciando di “denunciare tutti”.
Dopo le procedure di foto-segnalamento e il prelievo del Dna, il 46enne californiano – noto anche con l’alias Rexal Ford – è stato condotto nel reparto protetto del carcere di Rebibbia. Qui resterà in attesa dell’interrogatorio di garanzia, che sarà fissato nei prossimi giorni dal giudice per le indagini preliminari. Kaufmann dovrà nominare un legale italiano: in Grecia si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Le tracce biologiche e l’accusa di duplice omicidio – Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pubblico ministero aggiunto Giuseppe Cascini, sui reperti sequestrati a Villa Pamphili – tra cui il telo nero sotto il quale è stato rinvenuto il corpo di Anastasia Trofimova – la Polizia scientifica ha isolato un profilo genetico maschile. Si tratta di tracce biologiche miste, saliva e sangue, che per metà risultano compatibili con il Dna della figlia Andromeda, la bimba di 11 mesi trovata strangolata. Gli inquirenti hanno ottenuto questo risultato tramite un percorso deduttivo, comparando il Dna della piccola con quello del presunto padre. Un elemento che, secondo gli investigatori, avvalora l’ipotesi accusatoria del duplice omicidio.
Il ritrovamento dei corpi – Il 7 giugno scorso i cadaveri di Anastasia Trofimova e della piccola Andromeda erano stati scoperti a circa 200 metri di distanza l’uno dall’altro all’interno del parco di Villa Pamphili. La famiglia, secondo quanto ricostruito, viveva in condizioni di estrema precarietà, dormendo in giacigli di fortuna tra il parco e la zona di via Gregorio VII, lavandosi nelle fontane e sopravvivendo senza una fissa dimora. Nei confronti di Kaufmann i magistrati romani contestano il reato di duplice omicidio volontario. L’uomo, durante la detenzione in Grecia, aveva già mostrato segni di instabilità, arrivando a danneggiare la cella in cui era rinchiuso.