Napoli – Due dorsali strategiche per la mobilità e la competitività del Mezzogiorno, proiettate al centro della rete europea dei trasporti: le tratte Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria sono state al centro del convegno “Investimenti, connessioni, sviluppo”, promosso da Acen – Associazione Costruttori Edili di Napoli – nella sede partenopea.
Il ruolo della rete TEN-T – Le due infrastrutture rappresentano una parte fondamentale del corridoio europeo TEN-T (Trans-European Transport Network), sistema concepito per garantire connessioni rapide ed efficienti tra le grandi aree produttive dell’Unione. Un’occasione, quindi, non solo per ripensare la mobilità ferroviaria e portuale, ma per accelerare i processi di sviluppo economico e sociale delle regioni meridionali, rafforzandone il ruolo all’interno dello scacchiere continentale.
L’impatto degli investimenti – Fondi del Pnrr, risorse statali e contributi regionali: è questo il mix che ha permesso di trasformare in realtà progetti per decenni rimasti sulla carta. Un investimento, quello per la Napoli-Bari, quantificato in 6 miliardi di euro. Secondo le stime di Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, l’opera genererà un impatto economico pari a 4,4 miliardi di valore aggiunto e porterà alla creazione di oltre 62mila nuovi posti di lavoro.
Connettere i poli produttivi – Ma i numeri non bastano da soli a restituire la portata del cambiamento in corso. La Napoli-Bari, ha sottolineato Svimez, collegherà in maniera più efficiente i due principali poli industriali del Sud, lungo un asse ovest-est che valorizzerà anche i territori dell’Irpinia e del Sannio. Un’opera che va ben oltre la funzione di semplice collegamento, aprendo scenari inediti per lo sviluppo delle aree interne.
Un confronto ad ampio raggio – Al convegno sono intervenuti il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il presidente di Acen Angelo Lancellotti, il direttore generale Mario Hübler e il direttore di Svimez, Luca Bianchi. Un’occasione per riflettere non solo sugli obiettivi raggiunti, ma anche su quanto resta da fare per rafforzare un modello di sviluppo del Sud centrato su infrastrutture moderne, sostenibili e integrate. IN ALTO IL VIDEO