Roma, madre e figlia trovate morte a Villa Pamphili: test droga negativo

di Redazione

Nessuna traccia di eroina o droghe comuni nel corpo della donna ritrovata senza vita a Villa Pamphili, accanto al cadavere della figlia di appena sei mesi. È quanto emerge dai primi esiti delle analisi tossicologiche eseguite durante l’autopsia, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani. Gli esami proseguiranno per accertare la presenza di sostanze sintetiche o meno rilevabili con i test di base.

Nel frattempo, resta il giallo sull’identità della vittima, una giovane di circa trent’anni, ben curata, che non risulta registrata in nessuna banca dati nazionale. Un’anomalia che ha spinto gli investigatori ad allargare il raggio, inviando impronte digitali e profilo genetico anche alle banche dati estere, nel tentativo di dare un nome e un volto alla donna.

La tragedia si è consumata in una zona appartata del parco romano, dove gli agenti hanno rinvenuto una tenda: è lì che si ritiene abbiano vissuto la donna, la piccola e – forse – un terzo individuo. Un uomo, presumibilmente il padre della bambina, potrebbe essere l’autore del duplice crimine.

Le modalità dell’omicidio della neonata parlano di una violenza inaudita: la piccola sarebbe stata picchiata e poi soffocata, tra giovedì e venerdì. La madre, invece, sarebbe morta alcuni giorni prima – tra quattro e sette – per cause ancora incerte, forse naturali. Una morte che, secondo gli inquirenti, non sarebbe stata immediatamente seguita da un allontanamento, ma da una macabra gestione del cadavere: il corpo è stato occultato sotto un telone nero, probabilmente sottratto a un cantiere della zona, a circa 150 metri dal luogo del ritrovamento della bambina.

Nel corso della perlustrazione dell’area, le forze dell’ordine hanno rinvenuto anche un piccolo vestitino rosa, gettato in un cestino. Si presume appartenesse alla neonata. Oggetto apparentemente insignificante, ma che per la magistratura potrebbe rivelarsi determinante: gli investigatori sperano che su quel tessuto il responsabile abbia lasciato impronte, tracce biologiche, un frammento di sé utile a ricostruire l’identità e i movimenti del presunto assassino.

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