Napoli, “In riva al mare”: in scena la solitudine di una madre che sfocia in tragedia

di Redazione

Napoli – Una madre, due figli, il mare. E un gesto estremo che racconta molto più della cronaca: “In riva al mare” è il titolo del potente monologo portato in scena alla Sala Assoli di Napoli, nell’ambito del Campania Teatro Festival, tratto dal romanzo della scrittrice francese Véronique Olmi. Un testo che affronta, senza mediazioni, il dolore muto di una donna travolta da una solitudine feroce, che si trasforma in tragedia.

A firmare la regia è Francesco Frongia, che ha scelto di dare corpo e voce a questa vicenda vera attraverso un allestimento essenziale, capace di amplificare il senso di abbandono e incomunicabilità che attraversa l’intera narrazione. Al centro della scena, Ginestra Paladino, chiamata a un’interpretazione intensa e scomoda, nei panni di una madre che prima di essere carnefice è, profondamente, vittima.

Il personaggio che l’attrice incarna non è una figura stereotipata del male, ma una donna attraversata da un dolore che non trova ascolto, da una maternità solitaria vissuta come condanna. Il gesto estremo – uccidere i propri figli – è lo spartiacque tra la sopportazione e la resa, una resa che interroga, scuote, non concede alibi.

Il lavoro registico di Frongia evita ogni forma di spettacolarizzazione, concentrando tutto sull’ascolto del racconto, sulla voce che diventa l’unico filo rimasto tra la protagonista e il mondo. La scena è nuda, ma carica di tensione emotiva. Il pubblico viene chiamato non solo a osservare, ma a partecipare interiormente a un viaggio nella disperazione più estrema. IN ALTO IL VIDEO

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