Giro di frodi su bonus edilizi da 26 milioni: 7 misure cautelari e 83 indagati

di Redazione

Una rete ben organizzata, diciannove imprese con sede nel capoluogo siciliano, ristrutturazioni mai eseguite e un fiume di denaro pubblico indebitamente sottratto: è questo il quadro che emerge dall’operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di sette misure cautelari nei confronti di appartenenti a un’associazione per delinquere specializzata nella realizzazione di frodi sui bonus edilizi, tra cui bonus facciate, ecobonus e incentivi per il recupero del patrimonio edilizio.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, ha fatto luce su un collaudato meccanismo fraudolento che, attraverso 19 imprese edili formalmente attive nel territorio cittadino, ha generato crediti d’imposta fittizi per oltre 26 milioni di euro.

Secondo quanto accertato, le società coinvolte nella frode avrebbero emesso fatture per lavori mai eseguiti, applicando lo sconto in fattura a favore di clienti privati consenzienti. I crediti d’imposta così creati – completamente privi di fondamento reale – venivano poi ceduti a intermediari finanziari, assicurando agli autori della truffa una rapida e cospicua monetizzazione. Le somme incassate venivano infine dirottate su conti personali, convertite in oro e criptovalute, investite in beni mobili e immobili o utilizzate per sottoscrivere buoni fruttiferi postali. Nel corso dell’inchiesta, le fiamme gialle hanno già eseguito due distinti decreti di sequestro preventivo: il primo, urgente, nelle fasi iniziali, per un valore di oltre 8 milioni di euro; il secondo, lo scorso aprile, per ulteriori 19 milioni.

Con i provvedimenti odierni, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per quattro persone e il divieto di esercitare attività imprenditoriali e ricoprire incarichi direttivi – per un anno – nei confronti di altri tre soggetti ritenuti parte dell’organizzazione criminale. Tra questi figura anche un ingegnere, al quale è stato imposto il divieto di esercizio della professione.

Ma l’inchiesta, tutt’altro che conclusa, coinvolge un numero ben più ampio di soggetti: sono 83 gli indagati, tra amministratori formali delle imprese coinvolte e committenti ritenuti consapevolmente partecipi del sistema truffaldino, accusati a vario titolo di emissione di fatture false e truffa aggravata ai danni dello Stato. In parallelo, dieci delle imprese coinvolte sono state colpite da un’ulteriore misura: l’interdizione dall’esercizio dell’attività, in attesa che vengano accertate eventuali responsabilità definitive. IN ALTO IL VIDEO

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico