Un patrimonio stimato in circa due milioni di euro, riconducibile a due imprenditori della provincia di Frosinone, è stato posto sotto sequestro dalla Direzione Investigativa Antimafia, su disposizione del Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione. Il provvedimento colpisce due uomini, padre e figlio, già condannati per traffico di sostanze stupefacenti, attivi nel settore delle onoranze funebri, della vendita di fiori e del commercio di pellets.
Il sequestro, eseguito dagli uomini del centro operativo della Dia di Roma, riguarda cinque società con sede nel comprensorio del Sorano, tre terreni, cinque fabbricati e diverse disponibilità finanziarie. Secondo quanto emerso dalle indagini, le aziende sono state al centro di un sistema economico fondato su acquisizioni sospette, sproporzionate rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati dagli imprenditori e dai loro familiari.
L’origine opaca della ricchezza sequestrata affonda le radici nelle attività illecite documentate dagli inquirenti, in particolare nell’ambito di una violenta faida criminale che, nell’ottobre del 2020, aveva acceso i riflettori sul controllo delle piazze di spaccio nel Sorano, nel Cassinate e in alcune località dell’Abruzzo interno, in particolare nell’area dell’Avezzanese. All’epoca, l’escalation di violenza tra due sodalizi contrapposti si era manifestata in veri e propri episodi di intimidazione armata, suscitando forte allarme sociale nelle comunità coinvolte.
L’attività investigativa della Dia ha permesso di ricostruire nei dettagli la rete di interessi che legava le attività imprenditoriali agli affari criminali dei due imprenditori, in un intreccio che, negli anni, ha visto accumularsi capitali e proprietà ben al di là delle possibilità economiche dichiarate. Le risultanze sono state consolidate anche attraverso le prove raccolte in sede processuale, portando così il Tribunale a ritenere sussistenti le condizioni per l’adozione della misura di prevenzione patrimoniale.
Il Tribunale di Roma, nel disporre il sequestro, ha previsto la nomina di un’amministrazione giudiziaria per garantire la continuità aziendale delle imprese coinvolte, tutelandone i livelli occupazionali e il ruolo economico sul territorio. Una misura che, come evidenziato nel decreto, mira a salvaguardare i valori positivi dell’impresa, pur intervenendo con fermezza contro l’infiltrazione criminale nel tessuto economico legale.