Casoria, psicoterapeuta in carcere per abusi su pazienti: usava una falsa “terapia sessuale” per manipolare le vittime

di Redazione

Si è trasformato in un incubo il percorso psicologico intrapreso da alcune donne nel tentativo di superare fragilità e disagi interiori. Un uomo, D.M., 54 anni, di Afragola, che esercitava la professione di psicoterapeuta nel Comune di Casoria, dove risiede, è finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata. L’arresto è scattato nella tarda serata del 4 giugno, quando gli agenti del commissariato di Afragola hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura di Napoli Nord.

Al centro dell’inchiesta, diretta e coordinata dai magistrati della Procura aversana, ci sono le testimonianze di più pazienti che avrebbero subito abusi durante le sedute, dopo essere state indotte con l’inganno ad accettare una presunta “terapia di tipo sessuale”. Secondo quanto emerso, il professionista – oggi gravemente indiziato dei reati contestati, ma da considerarsi presunto innocente fino a sentenza definitiva – avrebbe approfittato dello stato di vulnerabilità psichica delle sue pazienti per ottenere la loro fiducia e manipolarle emotivamente.

A innescare l’indagine è stata la segnalazione di un paziente, insospettito da alcuni contenuti pubblicati dallo stesso psicoterapeuta sui social network. L’uomo, entrato in contatto con alcune vittime, ha raccolto le loro confidenze e le ha incoraggiate a denunciare. Le querelanti, dopo essersi confrontate, hanno deciso di farsi avanti, raccontando agli inquirenti le dinamiche delle presunte violenze subite.

Secondo gli investigatori, lo psicoterapeuta avrebbe progressivamente condotto le pazienti in un percorso deviato, sostenendo che determinati atti sessuali avrebbero avuto un effetto terapeutico risolutivo sui loro disturbi. L’attività investigativa, supportata anche da accertamenti tecnici, ha permesso di raccogliere un quadro probatorio ritenuto solido dall’autorità giudiziaria. Le condotte contestate, inoltre, si sarebbero protratte per un lungo periodo e avrebbero coinvolto anche una ragazza minorenne al momento dei primi approcci.

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